UNO E CINQUANTA PER
CENTO
PICCOLA TASSA DI GRANDE VALORE
Sono poco meno di 200 miliardi di
euro i capitali frutto di evasione o attività illecite scudati negli scorsi
anni grazie a generosi condoni.
Il decreto Monti sottopone questi
capitali a tassazione aggiuntiva di uno e cinquanta per cento, troppo poco a
giudizio di tanti, anche in valore assoluto: soltanto 2,7 miliardi di entrate
per lo Stato.
Certo l’imposizione avrebbe
potuto essere più pesante (seppur col rischio incombente di ricorsi) ma egualmente, al di là delle entrate immediate,
ha un grande valore: nei fatti e non a parole esclude e
preclude futuri condoni.
Il contribuente infatti come può
fidarsi e aderire a un condono col rischio che il fisco successivamente ne
rimetta in discussione la validità?
Si invertono i termini della
questione: i frequenti condoni alimentavano nei cittadini onesti sfiducia nello
Stato, ora saranno i contribuenti infedeli a non avere più fiducia nei condoni.
Questo ovviamente da solo non
basta a ridurre l’evasione, ma certo sottrae ai furbi un gradito strumento che
data la sua ricorrenza periodica rendeva poco rischioso e quindi conveniente
non pagare le tasse.
Stefano Osti
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