mercoledì 12 settembre 2012


Carissimi lettori, dopo alcuni mesi di presenza ( significativi sia il numero di contatti, sia la qualità degli interventi…), “Progetto Domani per Sasso Marconi” si amplia e diventa “Progetto Domani per Bologna”. Questa trasformazione ci è stata fortemente richiesta dall’Associazione omonima e sollecitata dalla necessità di dare una lettura più ampia ai temi e alle vicende che coinvolgono Sasso Marconi.  Sasso Marconi presto diventerà parte integrante della Città Metropolitana bolognese; questa sarà il naturale strumento di riferimento per ogni questione e/o tema. Già molti dei servizi del nostro Comune sono riconducibili a logiche sovraccomunali: trasporti, servizi sociali e sanitari ecc. 
Smetteremo di parlare delle questioni che riguardano Sasso Marconi? Assolutamente no. Nel nuovo blog troverete una specifica sezione appositamente predisposta. Certo contiamo di rivolgerci ad un pubblico più ampio, interessato alle questioni che riguardano l’intera città di Bologna e la Regione Emilia Romagna.
La linea editoriale sarà sempre la stessa: offrire alle persone libere e interessate un'opportunità di confronto, di scambio d’opinioni e informazioni su quello che avviene nel nostro territorio. Gli interventi saranno tutti graditi, in particolar modo quelli opportunamente documentati; a tutti cercheremo di dare spazio.
Questo è il nuovo indirizzo in cui potrete continuare a leggerci:
http://progettodomanibologna.com

La mail a cui indirizzare i vostri post, articoli, interventi, commenti è:
info@progettodomanibologna.com
oppure 
russonet@alice.it
Un caro saluto a tutti e buona lettura.

Luciano Russo


martedì 10 luglio 2012


COMUNICATO 
ASSOCIAZIONE PROGETTO DOMANI



“Venerdì 6 Luglio 2012 l’Associazione Progetto Domani ha tenuto la propria cena annuale; insieme ai soci, i simpatizzanti e ospiti si è deciso di dedicare la serata alle popolazioni colpite dal sisma, attraverso una raccolta fondi che ha ancora una volta dimostrato la grande generosità e solidarietà dei nostri territori.


I contributi raccolti durante la cena sono stati consegnati al Vicesindaco di Galliera Giuseppe Bassi in rappresentanza dell'amministrazione comunale, che ha garantito un impegno concreto rispetto a questo sentito gesto, ed un dialogo aperto su questo ed altri temi.


Dopo aver preso atto della difficile situazione di Galliera, uno dei Comuni più colpiti del territorio bolognese, Gianluca Benamati ha fatto il punto sugli sviluppi nazionali rispetto al tema della ricostruzione, garantendo un impegno costante ed un’attenzione forte nella fase più delicata, nella quale c’è bisogno di uno sforzo di tutto il Paese per questi territori che tanto e sempre hanno dimostrato grande generosità e spirito di solidarietà nazionale.


L’Associazione continuerà a dare il suo contributo, certi che non saremo soli a ricostruire questa terra che tanto amiamo.”


da “Tecnica della Scuola”
Istat: per l’istruzione gli italiani spendono davvero poco 
di Alessandro Giuliani 
Ogni famiglia investe in formazione solo 28 euro al mese: rispetto a due anni prima l'incremento è di 4 euro, però solo per i tabacchi escono meno soldi. Colpa anche del diverso sostegno delle istituzioni: col risultato che in Basilicata si spende più di tre volte che in Campania. 
Che gli italiani spendessero poco per l’istruzione dei loro figli non è una novità. Fa un certo effetto però sapere che qualsiasi altra attività o interesse comporta maggiori oneri. Solo per i tabacchi si spende meno. Magra consolazione, visto che a fumare (fortunatamente) sono in media la metà dei cittadini. Mentre la formazione dovrebbe rappresentare un obiettivo comune a tutti e a tutte le età (da qualche tempo del resto si parla tanto di istruzione permanente). 
La teoria però è un conto. La pratica è un altro. Così all’Istat risulta, attraverso un recente report sui consumi delle famiglie, che la famiglia media italiana (quella composta di genitori ed un figlio) spende nel 2011 ha speso appena 28 euro al mese (peraltro anche in ascesa visto che due anni prima era solo di 24 euro). L’unica voce per la quale si spende meno, come abbiamo detto, è quella dei tabacchi: ferma dal 2009 a 21 euro ogni 30 giorni. 
Per tutto il resto, l’impegno economico delle famiglie è maggiore. Anche di molto: per comunicare (via telefono, cellulare, internet, ecc.) vanno via ad esempio 47 euro al mese; per il tempo libero e la cultura poco più di 100; per l’abbigliamento e le calzature 134 euro; per i trasporti addirittura 354 (due anni prima 336). Fino al top dell’abitazione, per la quale tra affitto o mutuo più le spese condominiali, le utenze e l’eventuale manutenzione vanno via ben 711 euro al mese. 
Ecco che allora quei 28 euro per l’istruzione (pari all’1,1% di spesa rispetto a quella totale) “stonano” ancora di più. Se poi consideriamo che in alcune regioni l’impegno a nucleo familiare è ancora più ridotto, addirittura di tre volte, c’è allora davvero da preoccuparsi. Come parziale motivazione alla base di certi squilibri, ci sono però anche responsabilità da parte delle istituzioni. A tal proposito, sempre l’Istat ci dice, infatti, che rispetto al totale della spesa media mensile “la diversa propensione alla spesa per istruzione e per sanità è legata non solo alla maggiore presenza, nel primo caso, di bambini e ragazzi in età scolare e, nel secondo, di anziani, ma anche alla diversa compartecipazione delle istituzioni locali alla spesa sostenuta dalle famiglie. Per quanto riguarda l’istruzione, la quota di spesa varia da un massimo del 2,0% in Basilicata ad un minimo dello 0,6% in Campania”. Modesto è anche l’investimento delle famiglie umbre e siciliane (0,8%), ma anche quelle della Liguria, del Lazio e della Calabria (0,9%). 
Scorrendo le tabelle dell’Istat ci sono anche altri dati, probabilmente secondari ma sicuramente altrettanto interessanti. Come quello che riguarda l’innalzamento sensibile della spesa per l’istruzione all’aumentare della mole del nucleo familiare: tra le famiglie di cinque o più componenti, l’incidenza delle spese affrontate per istruzione cambia molto: si va dal 2,2% contro 0,4% di spesa affrontate delle famiglie mononucleari. 
Naturalmente, anche lo stato professionale della famiglia ha la sua incidenza sulla formazione dei suoi componenti: si va dal 4,1% di spesa affrontata da quelle con i capi-famiglia che per vari motivi si sono “ritirati dal lavoro”, al 5,3% degli operai, sino al 6,4% degli imprenditori e dei liberi professionisti e al 6,5% dei dirigenti e degli impiegati. Differenze, tra l’altro, nemmeno troppo importanti.

La-Grande-illusione - Di Paul Krugman