venerdì 27 aprile 2012


FRA INNOVAZIONE E CONSERVAZIONE: LA RIFORMA DEL MERCATO DEL LAVORO.


ASSOCIAZIONE PROGETTO DOMANI 
 14 Maggio 2012
alle 20,30 
SAVOIA HOTEL REGENCY Via del Pilastro 2 BOLOGNA


Presiede: Luigi Tosiani  Associazione Progetto Domani 
Saluto: Stefano Caliandro Presidente Consiglio Provinciale di Bologna 
Introduce: Gianluca Benamati Deputato 
Tavola rotonda
Modera: Olivio Romanini Corriere della Sera. 
Partecipano: 
Pier Paolo Baretta Deputato
Giuliano Cazzola Deputato

Luigi Mariucci Ordinario di diritto del lavoro Università Cà Foscari Venezia 
Alberto Pizzoferrato Ordinario di diritto del lavoro Università di Bologna




domenica 22 aprile 2012


Da Giuseppe Tomas riceviamo e volentieri pubblichiamo.

Giovedì 26 Aprile, alle ore 21.00, nel Cinema-Teatro Comunale di Sasso Marconi ci sarà la  proiezione gratuita del film-documentario "PASTA NERA" con la presenza del regista Alessandro PIVA. La proiezione, promossa dall'ANPI e dal gruppo 25 Aprile con il patrocinio dell'Amministrazione Comunale, costituisce il naturale prosieguo delle celebrazioni di Mercoledì  25 Aprile che si terranno, come di consueto, nella piazza antistante il Comune, a partire dalle ore 15.30. Sono previste, oltre alle orazioni ufficiali dei rappresentanti delle istituzioni, letture che rievocheranno l'epopea partigiana della Lotta di Liberazione, esibizioni di numerosi gruppi musicali e l'arrivo di staffette di ciclisti e di podisti ( organizzati da Associazioni e istituzioni scolastiche ) provenienti dalle cerimonie di deposizione di corone presso i cippi-monumenti che ricordano il sacrificio di partigiani e popolazione civile del nostro territorio.


 "PASTA NERA", rievoca un altissimo esempio di solidarietà verificatosi nell'immediato dopoguerra allorchè 70.000 bambini meridionali ( in prevalenza provenienti dalla Campania ) furono ospitati presso famiglie emiliane per alleviarne, con una breve pausa di benessere fisico e di serenità, i disagi subiti  per l'aggravarsi delle situazioni di povertà  susseguenti agli eventi bellici ed alle conseguenze dei bombardamenti . In questo moto di solidarietà anche SASSO MARCONI fu in prima fila, con tante famiglie ( vedi foto allegata, scattata nel 1947 nel piazzale del Comune ) che adottarono per alcuni mesi questi simpatici ospiti......


La presenza alla proiezione, che auspichiamo commossa e numerosa, è anche un modo ed una imperdibile occasione per rendere omaggio a quelle nostre famiglie che, anch'esse fiaccate dalla vicenda bellica, ritennero comunque doveroso prestare affetto ed assistenza a quanti ne avevano maggior bisogno...






     












sabato 21 aprile 2012


RINVIO INCONTRO CON ON. BARETTA SU RIFORMA MERCATO DEL LAVORO

A seguito dell’approvazione del "Documento di Economia e Finanza” da parte del Consiglio dei Ministri il nuovo calendario della Camera dei Deputati  è stato riformulato inserendone la discussione urgente già nella settimana dal 23 al 26 Aprile. I motivi naturalmente sono a tutti noti e vanno ricercati nell’attuale situazione di delicatezza della vita economica del Paese.  Per questo le numerose riunioni previste per le Commissioni, ed in speciale modo la commissione Bilancio in cui l'on. Baretta è capogruppo per il PD,  renderebbero problematica la presenza dei Deputati all’iniziativa del 23 Aprile sulla riforma del mercato del lavoro.
Siamo rammaricati di dover comunicare che a causa di ciò l’iniziativa programmata per lunedì 23 aprile p.v. sarà aggiornata a lunedì 14 maggio p.v. 

venerdì 20 aprile 2012

Pubblichiamo la relazione di apertura dei Tavoli di Progettazione del 
PIANO STRATEGICO METROPOLITANO, presentata congiuntamente dalla Presidente della Provincia Beatrice Draghetti e dal Sindaco di Bologna Virginio Merola.





lunedì 16 aprile 2012


Politica e antipolitica

Basta andare sulla più diffusa enciclopedia on line per farsi un’idea di cosa è, nella recente storia italiana, il finanziamento pubblico ai partiti. Le cifre che gli italiani pagano per una politica, che li ha portati in prossimità del tracollo greco, sono altissime. Al contempo si chiedono agli italiani, ai soliti italiani che pagano le tasse, sacrifici enormi. Non dovrebbe essere difficile capire che solo gesti veri di autoriforma da parte dei partiti potranno ridare un po’ di credibilità alla politica. 
Non si deve fare mai “di tutta l’erba un fascio”, però con questo slogan non si può giustificare un sistema che continua a coltivare e concimare la gramigna che infesta la politica italiana. 
La vera antipolitica ci pare quella di chi nei partiti sembra far finta di nulla, come se niente in questi anni fosse successo. L’antipolitica è quella di chi pensa alla pura conservazione dell’esistente.
Oggi un crinale (non il solo certamente) su cui si gioca il futuro dei singoli partiti è la effettiva disponibilità a ridimensionare il finanziamento pubblico degli stessi. Non possono i partiti imporre periodi di “austerità” agli italiani senza che ci sia un analogo comportamento.
Dalla politica, quella che vuole cambiare, gli italiani aspettano comportamenti coerenti. Gli italiani sapranno distinguere tra i partiti che veramente si vogliono mettere al servizio dell’Italia e quelli che continuano ad essere solo al servizio di se stessi.
l.r.




Finanziamento pubblico ai partiti
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
La legge Piccoli
Il finanziamento pubblico ai partiti è introdotto dalla legge Piccoli n. 195 del 2 maggio 1974[1][2], che interpreta il sostegno all'iniziativa politica come puro finanziamento alle strutture dei partiti presenti in Parlamento, con l'effetto di penalizzare le nuove formazioni politiche. Il flusso di fondi ha anche l'effetto di rafforzare gli apparati burocratici interni dei partiti e disincentivare la partecipazione interna.
Proposta da Flaminio Piccoli (DC), la norma viene approvata in soli 16 giorni con il consenso di tutti i partiti, ad eccezione del PLI.
La nuova norma si giustifica in base agli scandali Trabucchi del 1965 e petroli del 1973: il Parlamento intende rassicurare l'opinione pubblica che, attraverso il sostentamento diretto dello Stato, i partiti non avrebbero avuto bisogno di collusione e corruzione da parte dei grandi interessi economici. A bilanciare tale previsione, si introduce un divieto - per i partiti - di percepire finanziamenti da strutture pubbliche ed un obbligo (penalmente sanzionato) di pubblicità e di iscrizione a bilancio dei finanziamenti provenienti da privati, se superiori ad un modico ammontare.
Ciò risulta tuttavia smentito dagli scandali affiorati successivamente (tra cui i casi Lockheed e Sindona).
Nel settembre 1974 il PLI propone un referendum abrogativo sulla norma, ma non riesce a raccogliere le firme necessarie.
Il fallito referendum abrogativo del 1978 [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Referendum abrogativi del 1978 in Italia.
L'11 giugno 1978 si tiene il referendum indetto dai Radicali per l'abrogazione della legge 195/1974. Nonostante l'invito a votare "no" da parte dei partiti che rappresentano il 97% dell'elettorato, il "si" raggiunge il 43,6%, pur senza avere successo.
Secondo i promotori del referendum lo Stato deve favorire tutti i cittadini attraverso i servizi, le sedi, le tipografie, la carta a basso costo e quanto necessario per fare politica, non garantire le strutture e gli apparati di partito, che devono essere autofinanziati dagli iscritti e dai simpatizzanti.
Le prime modifiche negli anni '80 [modifica]
Nel 1980 una proposta di legge vorrebbe introdurre il raddoppio del finanziamento pubblico, ma viene messa da parte al momento dell'esplosione dello scandalo Caltagirone, con finanziamenti elargiti dagli imprenditori a partiti e a politici.
La legge n. 659 del 18 novembre 1981[3][4] introduce le prime modifiche:
i finanziamenti pubblici vengono raddoppiati;
partiti e politici (eletti, candidati o aventi cariche di partito) hanno il divieto di ricevere finanziamenti dalla pubblica amministrazione, da enti pubblici o a partecipazione pubblica;
viene introdotta una nuova forma di pubblicità dei bilanci: i partiti devono depositare un rendiconto finanziario annuale su entrate e uscite, per quanto non siano soggetti a controlli effettivi.
I Radicali manifestano in aula parlamentare con tecniche di ostruzionismo per bloccare la proposta di indicizzazione dei finanziamenti e a ottenere maggiore trasparenza dei bilanci dei partiti nonché controlli efficaci.
Il referendum del 1993 e l'abrogazione della norma [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Referendum abrogativi del 1993 per l'abrogazione del finanziamento ai partiti.
Il referendum abrogativo promosso dai Radicali Italiani dell'aprile 1993 vede il 90,3% dei voti espressi a favore dell'abrogazione del finanziamento pubblico ai partiti, nel clima di sfiducia che succede allo scandalo di Tangentopoli.
La reintroduzione dei "rimborsi elettorali" nel 1994 [modifica]
Nello stesso dicembre 1993 il Parlamento aggiorna, con la legge n. 515 del 10 dicembre 1993[5][6], la già esistente legge sui rimborsi elettorali, definiti “contributo per le spese elettorali”, subito applicata in occasione delle elezioni del 27 marzo 1994. Per l'intera legislatura vengono erogati in unica soluzione 47 milioni di euro.
La stessa norma viene applicata in occasione delle successive elezioni politiche del 21 aprile 1996.
Il 4 per mille ai partiti politici (1997) [modifica]
La legge n. 2 del 2 gennaio 1997[7][8], intitolata "Norme per la regolamentazione della contribuzione volontaria ai movimenti o partiti politici" reintroduce di fatto il finanziamento pubblico ai partiti.
Il provvedimento prevede la possibilità per i contribuenti, al momento della dichiarazione dei redditi, di destinare il 4 per mille dell'imposta sul reddito al finanziamento di partiti e movimenti politici (pur senza poter indicare a quale partito), per un totale massimo di 56.810.000 euro, da erogarsi ai partiti entro il 31 gennaio di ogni anno. Per il solo anno 1997 viene introdotta una norma transitoria che fissa un fondo di 82.633.000 euro per l'anno in corso.
Il Comitato radicale promotore del referendum del 1993 sull’abolizione del finanziamento pubblico tenta il ricorso rispetto al tradimento dell’esito referendario, ma pur essendo stato riconosciuto in precedenza come potere dello Stato, gli viene negata dalla Corte Costituzionale la possibilità di depositare tale ricorso.
Sempre la legge 2/1997 introduce l'obbligo per i partiti di redigere un bilancio per competenza, comprendente stato patrimoniale e conto economico, il cui controllo è affidato alla Presidenza della Camera. La Corte dei Conti può controllare solo il rendiconto delle spese elettorali.
L’adesione alla contribuzione volontaria per destinare il 4 per mille ai partiti resta minima.
La legge n. 157 del 3 giugno 1999, Nuove norme in materia di rimborso delle spese elettorali e abrogazione delle disposizioni concernenti la contribuzione volontaria ai movimenti e partiti politici, reintroduce un finanziamento pubblico completo per i partiti. Il rimborso elettorale previsto non ha infatti attinenza diretta con le spese effettivamente sostenute per le campagne elettorali. La legge 157 prevede cinque fondi: per elezioni alla Camera, al Senato, al Parlamento Europeo, Regionali, e per i referendum, erogati in rate annuali, per 193.713.000 euro in caso di legislatura politica completa (l'erogazione viene interrotta in caso di fine anticipata della legislatura). La legge entra in vigore con le elezioni politiche italiane del 2001.
La normativa viene modificata dalla legge n. 156 del 26 luglio 2002, “Disposizioni in materia di rimborsi elettorali”, che trasforma in annuale il fondo e abbassa dal 4 all'1% il quorum per ottenere il rimborso elettorale. L’ammontare da erogare, per Camera e Senato, nel caso di legislatura completa più che raddoppia, passando da 193.713.000 euro a 468.853.675 euro.
Infine, con la legge n. 51 del 23 febbraio 2006: l’erogazione è dovuta per tutti e cinque gli anni di legislatura, indipendentemente dalla sua durata effettiva. Con quest’ultima modifica l’aumento è esponenziale. Con la crisi politica italiana del 2008, i partiti iniziano a percepire il doppio dei fondi, giacché ricevono contemporaneamente le quote annuali relative alla XV Legislatura della Repubblica Italiana e alla XVI Legislatura della Repubblica Italiana.

giovedì 12 aprile 2012

Convegno su Crescita e Diritti

Luoghi comuni della politica

La politica costa.
Siamo certi che la politica abbia dei costi anche alti. Non possiamo con questo accettare l’abuso che se n’è fatto in questi anni. Più è diventata palese l’incapacità della classe dirigente di questo paese, tanto più sono cresciute le esigenze insaziabili delle casse dei partiti. Alla politica bisognerebbe applicare almeno il principio del premio di risultato: se raggiungi determinati obiettivi, di evidente beneficio per gli italiani, ti premio, altrimenti ti mando a fare altro. I nostri principali partiti hanno dovuto sostenere un governo tecnico per manifesta incapacità, per evidente inadeguatezza. Ora però tutti si presentano all’incasso del cosiddetto “rimborso elettorale”. Un rimborso ingiustificabile per la dimensione e per l’uso che se n’è fatto.
L’ipotizzato accordo tra Alfano, Bersani e Casini sulla regolamentazione dell’uso dei rimborsi elettorali sembra lontano anni luce dal comune diffuso sentire degli italiani. Appare l’ennesima furbizia gattopardesca: cambio tutto per non cambiare nulla.

Altrimenti la politica la fanno solo i milionari.
Con quest’adagio, spesso usato per mettere a tacere chi chiede l’abolizione del finanziamento pubblico dei partiti, si spera di dare un carattere popolare e di “sinistra” a qualcosa che è solo la reiterazione dell’esistente. La politica quando naviga nell’oro, indisturbata a ogni controllo, genera corruzione diffusa. Troppe sono le persone che hanno fatto della politica un mestiere, un mestiere ben retribuito e da mantenere ad ogni costo. La politica deve tornare a essere passione, ideale, progetto. La sobrietà va ripristinata a ogni livello, dai palazzi romani agli ostelli di provincia. Specialmente in questi tempi di vacche magrissime per gli italiani.
l.r.

martedì 10 aprile 2012


Alessandro Gallo presenta il suo nuovo romanzo Scimmie

Giovedì 12 aprile alle ore 17 presso la Biblioteca Comunale di Vergato Alessandro Gallo presenta il suo nuovo romanzo Scimmie. L'autore ci racconterà la storia di tre adolescenti degli anni 80, tre giovani educati in settecentoventi ore, istruiti per lavorare al servizio della malavita: tre vite potenzialmente imbrigliate nelle maglie della camorra che troveranno riscatto dopo l'incontro con un giovane giornalista di nome Giancarlo. La figura di Giancarlo, liberamente ispirata a quella di Giancarlo Siani, giornalista ucciso dalla camorra nel 1985, diventa il paradigma del cambiamento possibile: perché mostrare la realtà, condividere la conoscenza, formare le coscienze alla cultura della legalità è l’unica maniera per creare i presupposti per un futuro davvero diverso.


www.scimmieilromanzo.com


Che tristezza !!


La giovane “iena” insegue in piazza Montecitorio onorevoli poco noti per improvvisare brevi e rapide interviste televisive tese a sondarne la cultura 
cosiddetta di base o generale.
L’altra sera ha intercettato anche due deputate del partito democratico.
La prima:
-cos’è una sinagoga ?
-un luogo di culto
-e chi ci prega ?
-i mussulmani
-e chi pregano ?
-mah….Maometto, Allah, il loro Dio
La seconda:
-chi è Netanyahu?
-un dirigente
-un dirigente o un presidente ?
-un presidente
-di che Paese ?
-…..l’Iran
Che vergogna e soprattutto che tristezza: anch’io ho contribuito alla loro elezione seppure indirettamente.
Chiedere chi ha scelto deputati di questo spessore sarebbe un inopportuno cedimento all’antipolitica, quindi propongo corsi di recupero ovviamente a spese del Parlamento.
Se poi si dimezzasse il numero dei deputati probabilmente non si dimezzerebbe l’ignoranza, ma almeno il suo costo. 
E se potessimo addirittura scegliere noi i nostri rappresentanti forse confermeremmo nani, ballerine e incompetenti ma almeno non avremmo più motivo di dolercene.


s.o. 


IMPERIUM
di Robert Harris  Ed. Mondadori


Tra i grandi personaggi dell’antica Roma, nessuno è stato più geniale e controverso di Marco Tullio Cicerone. Eppure ben pochi avrebbero scommesso sul suo futuro quando, all’età di ventisette anni, scelse di lanciarsi nell’infido e violento mondo della politica, deciso a raggiungere con ogni mezzo l’imperium, il sommo potere statale. A raccontare la sua straordinaria vicenda umana è in queste pagine il fedele Tirone, il segretario particolare sempre al suo fianco nei momenti più radiosi e in quelli più difficili, testimone dei suoi incontri privati e latore dei suoi messaggi segreti.
Robert Harris ci consegna un ritratto di Cicerone ben diverso dal personaggio che noi conosciamo. Imperium è un grande romanzo che ci svela i retroscena di una realtà fatta di intrighi e di corruzione, singolarmente affine alla nostra. Un affresco ricchissimo e drammatico che mette a nudo i meccanismi della lotta per il potere e le componenti dell’ambizione politica, una rigorosa ricostruzione storica da leggere come un thriller appassionante.
Così  dall’introduzione del libro, per spiegare un sottotitolo che ricorda come “gli stati sorgono e tramontano. Il potere non cambia mai”. 
Magari può apparire un po’ cinica come affermazione ma certo non irrealista.
 Del resto come dar torto a Crasso che, dopo aver  crocifisso diciassette persone per miglio, cioè centodiciassette passi tra una croce e la successiva, osserva “dubito seriamente che dopo questa lezione, in futuro qualche schiavo oserà sollevarsi contro Roma”.
E certo non è molto diverso Pompeo quando entra trionfale nella capitale dell’impero, nonostante gli avvertimenti  di uno schiavo pubblico alle sue spalle sul cocchio, preposto  a sussurrargli all’orecchio che “tutto sarebbe un giorno finito perché lui era soltanto un essere umano”.
O lo stesso Cicerone che ricorda “sono più numerosi quelli che adorano il sole nascente di quelli che adorano il sole calante”, ricordando quello che alcuni oggi declinano sottolineando che lo sport più diffuso in politica è quello di correre in soccorso dei vincitori.
E  l’affetto per il cugino  non gli impedisce di ammonire che “il guaio di Lucio è che considera la politica come una lotta per il trionfo della giustizia. Non è così : la politica è una professione”.
Del resto il grande cittadino Romano, quando diviene un potente e osserva i modi di fare autoritari dei suoi  littori, ha molto chiaro  che “questa gente serve a capire che cosa accade a uno Stato con un corpo permanente di ufficiali : cominciano come nostri servi e a un certo punto si immaginano di essere i nostri padroni”. 
E non si stupisce che il fedele Tirone, suo segretario e stenografo possa essere  corrotto dai postulanti per sostenere le loro cause, anzi aggiunge “ è giusto che ti guadagni qualche soldo. Perché no? Ti chiedo solo di dirmi chi ha pagato…” E probabilmente non scherza quando specifica  che l’attività di governo “serve solo a occupare il tempo fra un’elezione e l’altra”. Ed è forse questa, aggiunge Tirone, una delle cause che portarono alla fine della Repubblica, “morta per indigestione di voti” e forse per indigestione di costi per le feste elettorali.
E quando è lui a dover essere votato non manca di precisare che “si fa presto a riconoscere un idiota: è quello che sostiene di sapere chi vincerà le elezioni. Perché l’elezione è qualcosa che vive… si contorce, si allontana …imprevedibile”.
E sul finire si domanda “come ci giudicheranno i posteri Tirone? E’ questa l’unica domanda che un uomo politico deve porsi. Ma prima che i posteri possano giudicarci, dovranno ricordare chi siamo stati”. 
Verità?  Cinismo? Realismo? A voi l’ardua risposta. A noi il piacere di una lettura.       


 pennino di falco





giovedì 5 aprile 2012

Pubblichiamo il testo di riforma delle Autonomie scolastiche varato dalla VII Commissione della Camera e successivamente un primo commento della CISL Scuola.

PdL Norme Autogoverno 28marzo2012

NORME AUTOGOVERNO

Belsito, Lusi, ma anche Scilipoti, Calearo…

Ogni giorno che passa la realtà che scaturisce dalla vita dei partiti politici supera ogni più infausta previsione. Con i fatti sollevati sulla Lega dalla Magistratura il cerchio si chiude (e non è tanto magico…) e sotto accusa non è più questo o quel partito, questo o quel dirigente, ma il sistema che regola la vita dei partiti.
La democrazia non può fare a meno dei partiti, ma i partiti devono riformarsi profondamente, altrimenti non ci sarà argine all’antipolitica.
Il tema di fondo è ancora una volta il finanziamento pubblico dei partiti. Questo è il tema da cui partire per rifondare i partiti e la politica italiana. Gli italiani su quest’argomento si sono già espressi, la volontà popolare è conosciuta, andrebbe solo rispettata. Il referendum abrogativo promosso dai Radicali Italiani nell'aprile 1993 vide il 90,3% dei voti espressi a favore dell'abrogazione del finanziamento pubblico ai partiti. Insomma tutti gli italiani (forse con l’eccezione di qualche dipendente dei partiti) vollero abolire il finanziamento pubblico ai partiti. Questo è un dato e in democrazia la volontà popolare, qualunque essa sia, si rispetta.
Certo qualcuno dirà che c’era stato lo scandalo Tangentopoli e che quindi quel voto era un voto emotivo. 
Dopo quasi vent’anni siamo ancora allo stesso tema: i partiti vanno o non vanno finanziati con soldi pubblici? Se, nonostante tutto, si ha ancora il coraggio di rispondere sì, occorrono delle regole e dei limiti entro i quali quei finanziamenti possano essere assegnati.
A questo punto c’è un’altra questione che non dobbiamo eludere: possono gli stessi attori protagonisti di tanto scempio, riscrivere le regole della vita democratica? 
l.r.




Pubblichiamo d.d.l su riforma-mercato

domenica 1 aprile 2012


Iscriversi a un partito politico al tempo di Monti

Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale” (Art. 49 - Costituzione della Repubblica Italiana.)
Con i momenti di convulsione profonda che l’Italia sta vivendo, iscriversi a un partito politico o rinnovare l’iscrizione a un partito politico, vuol dire veramente “andare contro corrente”, significa fare un atto che rasenta la “spregiudicata follia”.
Come tutte le recenti indagini sociologiche attestano, i partiti politici, tutti i partiti senza eccezioni significative, vivono un momento di grande lontananza dai cittadini. Ogni giorno che passa, il divorzio degli italiani dalla politica sembra accentuarsi e andare verso orizzonti democraticamente rischiosi. Un fossato profondo si è aperto tra rappresentanti e rappresentati. I primi sembrano continuare a non vedere quello che succede nella realtà della vita di tanti italiani. Continuano a vivere pensando a una cosa soltanto: come mantenere o accrescere certe posizioni, ruoli o compiti. Il tutto aspettando che la cosiddetta “antipolitica” si fermi, si attenui, che passi la tempesta. Perché si possa ricominciare come prima, più di prima.
Dall’altra parte si può dichiarare che gli italiani vivono con sempre maggiore insofferenza l’organizzazione, la guida, le leadership sempre uguali dei principali partiti italiani.
Le differenze tra le varie organizzazioni politiche evidentemente ci sono, ma oggi sono annebbiate da scandali e comportamenti sui quali non è possibili chiudere gli occhi.
Nessuno può veramente dire: noi siamo diversi, noi siamo eticamente migliori. La realtà purtroppo non è questa, le cose che si vedono e leggono dicono un’altra cosa, rappresentano una ben diversa realtà. Anche i partiti più vecchi, quelli con le dirigenze che provengono da storie lontane, quelli che hanno un sedimento profondo in alcuni territori, sembrano barcollare.
Ma allora che senso ha l’iscrizione a un partito? Quali motivazioni si possono dare a un ragazzo perché se iscriva a un partito?
Perché ci si riconosce nei “valori”, nella cultura politica di quel partito? Perché si crede nell’onestà di quella classe politica? Perché si ritiene che quel partito sia il meno peggio tra i tanti? Perché i partiti sono necessari per sostenere la vita democratica? Per partecipare al processo politico? Per dare il proprio contributo, le proprie idee?
Queste sono risposte che non reggono più, valgono per i veterani della politica, per chi ha avuto un ruolo nella politica, per chi cerca un ruolo nella politica.
Sembrano non valere certo più per i giovani.
Oggi la politica e i partiti devono adottare comportamenti veramente nuovi, altrimenti essere iscritti a un partito, militare in un partito rischia di essere un atto di corresponsabilità.
l.r.