lunedì 27 febbraio 2012


Riforma del mercato del lavoro

Il Governo Monti, dopo appena cento giorni di lavoro, sembra avere il vento in poppa ed essere pronto a navigare fino al 2013. Resta ancora uno scoglio da superare (che sembra più un iceberg) quello della riforma del mercato del lavoro.
Non c’è tema in discussione che veda tante opinioni diverse, spesso diametralmente diverse, come la modifica del mercato del lavoro. Raramente si trovano opinioni coincidenti, tra gli esperti, nelle forze politiche. Non coincidono neppure le letture degli economisti, dei sociologi, dei giuristi, dei giuslavoristi. Sembra una matassa incandescente difficilissima da dipanare e in cui prevale l’incertezza.
Tutti, a parole, parlano e invocano il bene dell’Italia e degli italiani. Tutti vogliono maggiore occupazione e più diritti, pur proponendo ricette molto diverse.
Alcuni pensano al futuro dell’Italia utilizzando modelli economici e sociali del secolo scorso. Altri sembrerebbero voler sfruttare l’occasione per riscrivere (secondo alcuni, azzerare) i diritti conquistati dai lavoratori.
In questo turbinio di opinioni, spesso lontanissime tra loro, rispuntano le ragioni ideologiche, i luoghi simbolici, la “sacralità”di certi assunti.
L’ultimo, ma non ultimo, è il famoso Art. 18. Ormai i dibattiti, i confronti, da qualunque parte inizino vanno comunque a finire sull’Art. 18. Sembra diventato il vortice in cui ogni discussione, alla fine, si perde...
Sull’Art. 18 si è ritrovata una nuova unità sindacale, che da mesi, forse da anni, non si vedeva. Qualcuno dice che si tratta della semplice difesa dei “garantiti”, perché gran parte degli iscritti ai sindacati sono lavoratori a tempo indeterminato o pensionati. Non si tratterebbe così di vera convergenza d’orizzonti sindacali, ma di pura difesa dell’esistente.
Il clima più civile, instaurato dal Governo Monti, sembra una condizione favorevole perché se incominci a ragionare dei fatti e non soltanto a riproporre postulati ideologici. Nessuno ha rispolverato slogan del tipo “senza se e senza ma”che appartengono all’armamentario ideologico di un recente passato.
Speriamo non si tratti di una breve parentesi, ma di una nuova condizione per riscrivere il futuro dell’Italia.

l.r.

1 commento:

  1. http://iltafano.typepad.com/il_tafano/2012/02/ritratti-stefano-fassina-visto-senza-gli-occhiali-affumicati-dal-livore.html

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