PRIMARIE, LEGGE ELETTORALE,
FINANZIAMENTO AI PARTITI
Ci sono tre grandi questioni che i partiti politici italiani
devono, nei prossimi mesi, affrontare e su cui giocheranno la loro futura
credibilità. Tre temi, a ben vedere, profondamente legati tra loro.
La prima questione è quella delle elezioni primarie.
Si tratta di un tema che il PD ha lanciato per primo e a cui
anche parte del Centrodestra (PDL) sembra volersi adeguare. Qualcuno, lo
strumento delle primarie, addirittura lo vorrebbe inserire nelle ipotizzate
riforme costituzionali.
Lo strumento primarie dovrebbe servire ad avvicinare i
cittadini alla politica, dando loro una effettiva possibilità di scegliere i
candidati “migliori”. Ovviamente migliori dal punto di vista dei cittadini e
non da quello delle segreterie dei partiti.
La seconda questione è quella della legge elettorale.
Porcellum, Mattarellum, proporzionale, maggioritario, alla
tedesca ecc., sono ormai tecnicismi entrati nel linguaggio comune senza che
spesso se ne comprenda il vero significato. Di nuovo c’è che i due maggiori
partiti italiani (P.d.L. e P.D.) stanno cercando un accordo per “cambiare” l’odiato
Porcellum. Ognuno mette i paletti su ciò che si può toccare e ciò che non è
modificabile. Così, ad esempio, la CdL fa quadrato sull’indicazione del Primo
ministro direttamente nella scheda, mentre il PD sembra più interessato al ripristino
delle preferenze.
Nei prossimi giorni vedremo cosa scaturirà da questi colloqui,
capiremo se c’è autentica volontà di dare voce ai cittadini, oppure si farà il
solito giochino di cambiare tutto per non cambiare niente. Una cosa però sembra
chiara: o la modifica del sistema elettorale darà più spazio al cittadino
elettore e meno alle segreterie di partito, oppure assisteremo ad un nuovo,
ulteriore, allontanamento dalla politica.
La terza questione è quella del finanziamento dei partiti.
Il caso Lusi ha riaperto una voragine che ogni giorno conosce
nuove rivelazioni sul mondo dei finanziamenti pubblici ai partiti, con dati economici
impressionanti. I numeri (reperibili tra l’altro nell’indagine pubblicata da l’Espresso – Che affare il partito - http://espresso.repubblica.it/dettaglio/che-affare-il-partito/2173863/24) ci dicono che, mentre l’Italia
impoveriva, i partiti moltiplicavano i loro guadagni. Come dire: non soltanto la
nostra società aumenta le disuguaglianze tra manager e operai, ma anche tra il
sistema dei partiti e i cittadini. Questo dato purtroppo è trasversale senza significative eccezioni.
Tre questioni, quelle accennate, che andranno affrontate e
segneranno il futuro prossimo della politica italiana, a livello nazionale ma
non soltanto.
l.r.
Russo, per comprendere le differenze tra PD e PDL in tema di partecipazione politica, le consiglio l'amaca di Michele Serra sulla Repubblica di oggi, domenica 19 febbraio.
RispondiEliminaLe consiglio inoltre di continuare a guardare con molta attenzione, e notare le macroscopiche differenze, tra la fu Margherita e i DS. Due partiti che hanno gestito in modo assai differente il passaggio al PD. Si possono, anzi si debbono avere, perplessità su alcune questioni ma non è possibile non vedere le differenze: nel primo caso tutto è stato lasciato in mano ad un uomo solo (con l'avvallo del gruppo dirigente nazionale), nel secondo caso sono state fatte delle Fondazioni che, bene o male, sono trasparenti ed hanno concesso quanto apparteneva ai DS al PD.
Ad ogni modo se lo ritiene opportuno le riunioni del suo partito le si possono fare presso il suo domicilio. A proposito di politica fatta in casa, da piccoli gruppi, anzi da elites.
Come forse Lei saprà io sono iscritto al PD e posso vantare il "titolo"di socio fondatore del PD di Sasso. Delle cose che scrivo ovviamente parlo non solo su questo blog ma anche in assemblee pubbliche. Della vicenda Margherita/Lusi abbiamo già parlato e mi pare evidente la rabbia di tanti e anche la mia, per quanto conti. Però da quella vicenda ho anche appreso che bisogna smettere di fidarsi a priori: questi sono "i nostri" e quindi mi fido. Il caso Lusi nasce da qui: in tanti si sono fidati..., e si sono sbagliati. Tra le macroscopiche differenze tra Margherita e DS non ho dubbi, così come non ho dubbi sul come sono stati gestiti i passaggi al nuovo partito. Ma bisognerà parlarne più diffusamente. P.S. se vuole intervenire nel Blog lo può fare: l'unica cosa che chiediamo è il nome e il cognome di chi scrive. Grazie
RispondiEliminaSolo una piccola precisazione: non faccio parte degli organismi (eletti o nominati che siano) del PD. Quindi non ho mai avuto modo di ascoltarla.
RispondiEliminaPer quanto riguarda, invece, assemblee pubbliche sui temi del finanziamento ai partiti o altro, non mi pare ne abbiate mai fatte (almeno a Sasso Marconi).
Infine, mi consenta: anche Lusi, Tedesco, Rutelli, Penati, senza contare i vari D'Alema, Veltroni, Marini, Fioroni, Delbono, sono stati soci fondatori del PD. Forse è per questo che il PD, oggi, non ce la fa a decollare e tra pochi mesi finirà in mille pezzi. Con un bel fuggi fuggi al centro per garantirsi uno strapuntino nella prossima legislatura e negli anni a venire.