sabato 11 febbraio 2012


La Giornata del Ricordo

Tra gli scopi dell’istituzione della Giornata del Ricordo c’è la rottura del muro di silenzio sull’eccidio perpetrato dai comunisti (di Tito e non) di migliaia di cittadini italiani per motivi ideologici, etnici, nazionalistici, di rivalsa sociale e, ancora, ideologica. Rappresenta il riconoscimento del sacrificio, l’omaggio alla memoria delle vittime e di interi territori che hanno conosciuto la violenza, la repressione, le deportazioni, i campi di concentramento e gli assassinii fascisti e comunisti e, dopo, l’onta dell’oblio o della strumentalizzazione delle loro sofferenze.
Tuttavia ieri nessuno dei siti dei principali quotidiani nazionali menzionava il giorno del Ricordo, ad eccezione de Il Giornale, che polemizzava con Napolitano. Perchè il silenzio continua, supportato da una ricerca storiografica ancora scarna e per lo più affidata a studiosi locali, rotto solo dalla voce di chi, ancora, tenta di sfruttare questi avvenimenti per sterile polemica politica. E’ proprio questo l’aspetto più grave: quando si parla di foibe l’argomento principale non è la testimonianza di ciò che è stato, ma la contrapposizione tra totalitarismo rosso e nero, una tragica e inammissibile comparazione di colori e crudeltà che non può che tornare ad offendere le vittime e privare di significato questa ricorrenza.
Giorno della Memoria e Giorno del Ricordo, nella loro somiglianza e nella loro differenza, devono essere altro: l’eredità dei totalitarismi del Novecento, testimonianza, riflessione e ammonimento condiviso contro tutti i totalitarismi, di qualsiasi colore e di qualsiasi epoca. Per questo, per sapere, ricordare e dare sostanza a questa celebrazione può essere utile visitare il sito www.lefoibe.it, o la pagina dedicata di wikipedia, piena delle contraddizioni citate e delle polemiche tornate, proprio oggi, alla ribalta della cronaca.                                                                                                          C. Marinucci

2 commenti:

  1. Delle 2 l'una: c'è un complotto contro questa giornata (però un complotto "peso" visto che nessuno pare considerarla, ivi compresi molti media non di sinistra: dal Corriere della Sera alla RAI); oppure c'è in Italia ogni giorno c'è una giornata dedicata a qualcuno o a qualcosa e il giorno del ricordo, molto simile nel nome al giorno della memoria, è un evento strumentale, voluto per ricordare una parte di una pagina nera della storia d'Italia. Andrebbe quindi raccontata tutta la vicenda delle foibe e non solo la parte che interessa all'Italia: perchè i partigiani titini e, in parte comunisti italiani, gettavano connazionali dentro queste fosse carsiche? Da dove nasce tanto odio? E' vero che le foibe, prima di essere utilizzate per nascondere ed uccidere gli italiani, furono utilizzate dai fascisti per ammazzare cittadini e militari ex jugoslavi?
    E' quindi risaputo come, durante il secondo conflitto mondale gli italiani realizzarono in alcune località dell'allora Jugoslavia dei campi di concentramento. Questo contribuì a scatenare la violenza, becera e cieca reazione dell'esercito di Tito.
    La violenza condannata sempre e comunque, da qualsiasi parte provenga. Ma, quando dobbiamo raccontare la Storia (quella con la S maiuscola) dobbiamo sforzarci d'essere oggettivi e spiegarla nel modo più completo e, per quanto possibile, asettico. Il revisionismo è sempre dietro l'angolo.

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  2. Non amo le tesi complottiste, credo semplicemente ci sia molta ignoranza, nel senso pieno di scarsa conoscenza. La stessa che ha trasformato questa vicenda in un tabù per parte della sinistra, che col suo maldestro tentativo di rimozione ha, paradossalmente, finito per addossarsi in toto responsabilità parziali. Perché, come anche lei scrive, dietro i massacri delle foibe non c’è soltanto contrapposizione ideologica. Per questo è necessario parlarne, porsi le domande che lei pone, conoscere e, appunto, raccontare la Storia anche attraverso le storie delle foibe.

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