mercoledì 28 marzo 2012


PROTEZIONE CIVILE, ODG BENAMATI: INDIVIDUARE RISORSE E SALVAGUARDARE L’ASSETTO

DAL GIORNALE PROTEZIONE CIVILE ON LINE. E' stato presentato martedì 13 marzo un OdG, primo firmatario On. Gianluca Benamati, in cui si chiede al Governo di impegnarsi a salvaguardare l'assetto della Protezione Civile e di garantirne l'efficienza individuando le risorse necessarie

Sono trascorse meno di sue settimane dall'incontro di Galeata in cui è stato ampiamente dibattuto il tema "La Protezione Civile di domani: istituzioni, volontariato e cittadini per comunità sicure", e le azioni preannunciate dall'On. Gianluca Benamati nel suo intervento conclusivo non si sono fatte attendere.
Benamati, componente della commissione Ambiente, Lavori Pubblici e Territorio della Camera dei Deputati, in quell'occasione aveva confermato la volontà del suo gruppo politico (PD) nell'impegnare il governo sulla problematica dei fondi destinati alla Protezione Civile e alla difesa del territorio. E martedì 13 marzo è stato presentato un ODG, accettato dal Governo, che vede Benamati come primo firmatario e di cui, qui a seguire, riportiamo la parte finale che riguarda le richieste al Governo (il testo integrale dell'OdG è riportato in calce): "La Camera, premesso che … impegna il Governo a valutare gli opportuni interventi normativi che garantiscano una sempre maggiore efficienza operativa del sistema della Protezione Civile individuando a tale fine le risorse necessarie e riorganizzando il sistema di controllo e verifica delle spese, in maniera tale da salvaguardare la capacità di intervento, ed evitando nel contempo l'attribuzione di compiti non strettamente collegati alla gestione delle a salvaguardare l'assetto dell’emergenze e delle calamità naturali; a salvaguardare l’assetto della Protezione Civile, basato sui principi di «sussidiarietà» e «integrazione», come delineato dall’incisiva opera di riforma contenuta nella legge n. 225 del 1992.
Abbiamo posto all'On. Benamati qualche domanda in merito.
On. Benamati, quali risultati Lei si attende da questa iniziativa?
"Ho trovato una buona disponibilità all'ascolto da parte del Governo e questo è un viatico ad affrontare, con rigore e tempi veloci, il processo di riforma del settore che non lo snaturi, ma che gli restituisca la brillantezza e l'efficienza che tutta Europa e il mondo riconosce alla Protezione Civile italiana. Io continuerò a lavorare per trovare soluzioni concertate e efficaci".
Quando Lei parla di "attribuzione alla Protezione Civile di compiti non strettamente collegati alla gestione delle emergenze e delle calamità naturali", si riferisce ai grandi eventi?
"Certo, occorre ripulire il sistema dalle incrostazioni ad esso estranee per riscoprire e ripotenziare la sua cristallina capacità di operare durante le emergenze ma anche di prevenire. E' anche importante diffondere una corretta cultura della sicurezza e dell'auto-protezione". "L'emendamento Zanda ha messo la parola fine alla gestione dei 'grandi eventi' affidata alla Protezione Civile, ma rimane aperto il problema della cosiddetta "tassa sulle disgrazie", tributo che ha visto il parere sfavorevole anche della Corte Costituzionale...." "Il Senatore Zanda ha fatto un lavoro egregio e sono convinto che tra Camera e Senato ci siano le condizioni per condurre, dal punto di vista parlamentare, un robusto confronto sulla riforma del sistema di Protezione Civile. Sulla "tassa", semplicemente, non ci deve più essere. Il sistema nazionale deve poter trovare soluzioni più corrette e sostenibili per affrontare le emergenze e gli interventi post-emergenza". Qual'è l'impegno che si chiede al Governo in tema di salvaguardia dell'assetto della Protezione Civile? C'è un riferimento alle ipotesi del passaggio della Protezione Civile al Viminale, rispetto alla quale Lei aveva già espresso preoccupazione?
"Personalmente ritengo che il Dipartimento, come snodo strategico dell'intero Servizio Nazionale, sia correttamente incardinato nella Presidenza del Consiglio dei Ministri. Questo è il risultato di un lungo percorso storico e di scelte molto meditate, occorrono molta attenzione e nessuna improvvisazione quando si tratta di questo argomento".
On. Benamati, Lei fa specifico riferimento ai principi di «sussidiarietà» e «integrazione». In che modo teme che si rischi di venir meno a questi due principi?
"Il "Servizio nazionale" di Protezione Civile come disegnato dalla 225/92 è un sistema molto moderno per il quale ogni Amministrazione è chiamata a contribuire coinvolgendo anche la grandissima risorsa che è il Volontariato. Sussidiarietà verticale - tra amministrazioni - e orizzontale - tra pubblico e privato - sono le condizioni per responsabilizzare tutte le componenti. Occorre proseguire in questa direzione per non avere una parte del nostro Paese con realtà "passive" in attesa statica, ma coinvolgere tutte le energie in uno sforzo che operi per ridurre i rischi e i comportamenti potenzialmente dannosi. Sul principio di "integrazione" occorre proseguire in un ottica di lavoro "per processo" e non "per competenza amministrativa". Questo approccio, unitamente a procedure condivise e standardizzate e all'abitudine al lavoro insieme, che si ottiene con molte esercitazioni, è la base di un sistema di Protezione Civile realmente integrato e coeso".
Sul significato e le aspettative di questa iniziativa abbiamo chiesto un parere anche a Marco Iachetta, vice-delegato ANCI alla Protezione Civile, nonché promotore e relatore alla tavola rotonda di Galeata.
Dott . Iachetta, l'ANCI è d'accordo con l'impegno che Benamati chiede al Governo?
"ANCI ha chiesto da molto tempo sia la convocazione di una Conferenza Unificata dedicata esclusivamente al tema "Protezione Civile" sia l'attivazione del "Comitato Paritetico" che è l'organismo di concertazione ed indirizzo istituzionale sul settore. ANCI apprezza l'iniziativa di Benamati perché contribuisce a rafforzare la richiesta al Governo di "ripulire il campo" dalle cose che con Protezione Civile non c'entrano e di concentrarsi sulla revisione e l'efficientamento del Servizio nazionale di P.C. Tradotto: basta grandi eventi, no ai rallentamenti burocratici durante le reali emergenze, controllo capillare della spesa durante e dopo gli interventi, no alla "tassa sulla disgrazia" (come fortunatamente ha decretato la Corte Costituzionale), aumento della concertazione tra Governo, Regioni, Comuni e Province su procedure, finanziamenti, obiettivi strategici".
Quali prospettive intravvedete come ANCI in materia di risorse da destinare alla Protezione Civile, a cui anche Benamati fa riferimento?
"Occorre assolutamente rifinanziare il Fondo Nazionale di Protezione Civile concesso alle Regioni per i sistemi regionali ormai azzerato dal 2009! In questo senso occorre poi coinvolgere anche ANCI al tavolo del negoziato su questo Fondo e anche sugli altri strumenti di finanziamento al sistema in quanto ANCI rappresenta 8.092 Autorità di Protezione Civile che sono i Sindaci italiani. Occorre anche avviare un grande progetto di messa in sicurezza del nostro territorio e delle nostre città ampliando i finanziamenti sul programma di mitigazione del rischio idrogeologico (che il Ministero dell'Ambiente ha correttamente concertato con le Regioni) e sul programma di mitigazione del rischio sismico che, dopo il terribile terremoto dell'Aquila, finanzia circa un miliardo di euro in 7 anni a favore di edifici pubblici strategici ma anche di edifici privati che possono incidere sull'efficienza dei piani di emergenza. Infine, sul modello delle Nazioni Unite, sarebbe opportuno lanciare un vasto programma di sensibilizzazione e supporto per la trasformazione delle nostre comunità locali in "comunità resilienti" coinvolgendo le Istituzioni, le Strutture Operative, il Volontariato, le Scuole e i singoli Cittadini.





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