PROTEZIONE CIVILE, ODG BENAMATI: INDIVIDUARE
RISORSE E SALVAGUARDARE LASSETTO
DAL GIORNALE PROTEZIONE
CIVILE ON LINE. E' stato presentato martedì 13 marzo un OdG, primo firmatario
On. Gianluca Benamati, in cui si chiede al Governo di impegnarsi a
salvaguardare l'assetto della Protezione Civile e di garantirne l'efficienza
individuando le risorse necessarie
Sono trascorse meno di sue settimane dall'incontro di Galeata in cui è stato ampiamente dibattuto il tema "La Protezione Civile di domani: istituzioni, volontariato e cittadini per comunità sicure", e le azioni preannunciate dall'On. Gianluca Benamati nel suo intervento conclusivo non si sono fatte attendere.
Benamati, componente della
commissione Ambiente, Lavori Pubblici e Territorio della Camera dei Deputati,
in quell'occasione aveva confermato la volontà del suo gruppo politico (PD)
nell'impegnare il governo sulla problematica dei fondi destinati alla
Protezione Civile e alla difesa del territorio. E martedì 13 marzo è stato presentato
un ODG, accettato dal Governo, che vede Benamati come primo firmatario e di
cui, qui a seguire, riportiamo la parte finale che riguarda le richieste al
Governo (il testo integrale dell'OdG è riportato in calce): "La Camera,
premesso che
impegna il Governo a valutare gli opportuni interventi
normativi che garantiscano una sempre maggiore efficienza operativa del
sistema della Protezione Civile individuando a tale fine le risorse
necessarie e riorganizzando il sistema di controllo e verifica delle spese,
in maniera tale da salvaguardare la capacità di intervento, ed evitando nel
contempo l'attribuzione di compiti non strettamente collegati alla gestione
delle a salvaguardare l'assetto dellemergenze e delle calamità naturali; a salvaguardare lassetto della Protezione Civile, basato sui principi di «sussidiarietà» e
«integrazione», come delineato dallincisiva opera di riforma contenuta nella legge n. 225 del 1992.
Abbiamo posto all'On. Benamati qualche domanda in
merito.
On. Benamati, quali risultati Lei si attende da questa iniziativa?
"Ho trovato una buona
disponibilità all'ascolto da parte del Governo e questo è un viatico ad
affrontare, con rigore e tempi veloci, il processo di riforma del settore che
non lo snaturi, ma che gli restituisca la brillantezza e l'efficienza che
tutta Europa e il mondo riconosce alla Protezione Civile italiana. Io
continuerò a lavorare per trovare soluzioni concertate e efficaci".
Quando Lei parla di "attribuzione alla Protezione Civile di compiti
non strettamente collegati alla gestione delle emergenze e delle calamità
naturali", si riferisce ai grandi eventi?
"Certo, occorre ripulire il
sistema dalle incrostazioni ad esso estranee per riscoprire e ripotenziare la
sua cristallina capacità di operare durante le emergenze ma anche di
prevenire. E' anche importante diffondere una corretta cultura della
sicurezza e dell'auto-protezione". "L'emendamento Zanda ha messo la
parola fine alla gestione dei 'grandi eventi' affidata alla Protezione
Civile, ma rimane aperto il problema della cosiddetta "tassa sulle
disgrazie", tributo che ha visto il parere sfavorevole anche della Corte
Costituzionale...." "Il Senatore Zanda ha fatto un lavoro egregio e
sono convinto che tra Camera e Senato ci siano le condizioni per condurre,
dal punto di vista parlamentare, un robusto confronto sulla riforma del
sistema di Protezione Civile. Sulla "tassa", semplicemente, non ci
deve più essere. Il sistema nazionale deve poter trovare soluzioni più
corrette e sostenibili per affrontare le emergenze e gli interventi
post-emergenza". Qual'è l'impegno
che si chiede al Governo in tema di salvaguardia dell'assetto della
Protezione Civile? C'è un riferimento alle ipotesi del passaggio della
Protezione Civile al Viminale, rispetto alla quale Lei aveva già espresso
preoccupazione?
"Personalmente ritengo che il
Dipartimento, come snodo strategico dell'intero Servizio Nazionale, sia
correttamente incardinato nella Presidenza del Consiglio dei Ministri. Questo
è il risultato di un lungo percorso storico e di scelte molto meditate,
occorrono molta attenzione e nessuna improvvisazione quando si tratta di
questo argomento".
On. Benamati, Lei fa specifico riferimento ai principi di «sussidiarietà»
e «integrazione». In che modo teme che si rischi di venir meno a questi due
principi?
"Il "Servizio
nazionale" di Protezione Civile come disegnato dalla 225/92 è un sistema
molto moderno per il quale ogni Amministrazione è chiamata a contribuire
coinvolgendo anche la grandissima risorsa che è il Volontariato. Sussidiarietà
verticale - tra amministrazioni - e orizzontale - tra pubblico e privato -
sono le condizioni per responsabilizzare tutte le componenti. Occorre
proseguire in questa direzione per non avere una parte del nostro Paese con
realtà "passive" in attesa statica, ma coinvolgere tutte le energie
in uno sforzo che operi per ridurre i rischi e i comportamenti potenzialmente
dannosi. Sul principio di "integrazione" occorre proseguire in un
ottica di lavoro "per processo" e non "per competenza
amministrativa". Questo approccio, unitamente a procedure condivise e
standardizzate e all'abitudine al lavoro insieme, che si ottiene con molte
esercitazioni, è la base di un sistema di Protezione Civile realmente
integrato e coeso".
Sul significato e le aspettative
di questa iniziativa abbiamo chiesto un parere anche a Marco Iachetta, vice-delegato ANCI alla Protezione Civile, nonché
promotore e relatore alla tavola rotonda di Galeata.
Dott . Iachetta, l'ANCI è d'accordo con l'impegno che Benamati chiede al Governo?
"ANCI ha chiesto da molto
tempo sia la convocazione di una Conferenza Unificata dedicata esclusivamente
al tema "Protezione Civile" sia l'attivazione del "Comitato
Paritetico" che è l'organismo di concertazione ed indirizzo istituzionale
sul settore. ANCI apprezza l'iniziativa di Benamati perché contribuisce a
rafforzare la richiesta al Governo di "ripulire il campo" dalle
cose che con Protezione Civile non c'entrano e di concentrarsi sulla
revisione e l'efficientamento del Servizio nazionale di P.C. Tradotto: basta
grandi eventi, no ai rallentamenti burocratici durante le reali emergenze,
controllo capillare della spesa durante e dopo gli interventi, no alla
"tassa sulla disgrazia" (come fortunatamente ha decretato la Corte
Costituzionale), aumento della concertazione tra Governo, Regioni, Comuni e
Province su procedure, finanziamenti, obiettivi strategici".
Quali prospettive intravvedete come ANCI in materia di risorse da
destinare alla Protezione Civile, a cui anche Benamati fa riferimento?
"Occorre assolutamente
rifinanziare il Fondo Nazionale di Protezione Civile concesso alle Regioni
per i sistemi regionali ormai azzerato dal 2009! In questo senso occorre poi
coinvolgere anche ANCI al tavolo del negoziato su questo Fondo e anche sugli
altri strumenti di finanziamento al sistema in quanto ANCI rappresenta 8.092
Autorità di Protezione Civile che sono i Sindaci italiani. Occorre anche
avviare un grande progetto di messa in sicurezza del nostro territorio e
delle nostre città ampliando i finanziamenti sul programma di mitigazione del
rischio idrogeologico (che il Ministero dell'Ambiente ha correttamente
concertato con le Regioni) e sul programma di mitigazione del rischio sismico
che, dopo il terribile terremoto dell'Aquila, finanzia circa un miliardo di euro
in 7 anni a favore di edifici pubblici strategici ma anche di edifici privati
che possono incidere sull'efficienza dei piani di emergenza. Infine, sul
modello delle Nazioni Unite, sarebbe opportuno lanciare un vasto programma di
sensibilizzazione e supporto per la trasformazione delle nostre comunità
locali in "comunità resilienti" coinvolgendo le Istituzioni, le
Strutture Operative, il Volontariato, le Scuole e i singoli Cittadini.
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mercoledì 28 marzo 2012
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