Pasticcio primarie in salsa siciliana
Nei giorni scorsi, in più occasioni, abbiamo commentato gli esiti delle recenti elezioni primarie. A Palermo si è registrata ieri una nuova pagina di quello che ormai sembra essere il "dramma elezioni primarie". Mentre si stanno riconteggiando le schede, pubblichiamo i primi commenti che la stampa nazionale ha fatto.
da “La
Repubblica”
ROMA
- All'indomani
di una tornata di elezioni primarie per la scelta dei candidati
locali, il Pd si trova per l'ennesima volta a fare i conti con una
pesantissima debacle. Questa volta, dopo la recente batosta
di Genova 1,
ad agitare i corridoi di Sant'Andrea delle Fratte è l'esito
della consultazione di Palermo 2,
con Rita Borsellino sconfitta da Fabrizio Ferrandelli malgrado il
sostegno del segretario Pier Luigi Bersani e dell'ala sinistra della
coalizione composta da Sel e Idv. Un'alleanza che, secondo il
vicesegretario del Pd, Enrico Letta, rappresenta "il passato".
"I nostri elettori e militanti a Palermo ci hanno chiesto altro,
un accordo di altro genere, che guardi al centro - continua Letta -
E' cambiato tutto, dopo Monti nulla è come prima. Le alleanze e il
futuro si costruiscono sulle cose da fare".
Sul tavolo ci sono casi eclatanti. Città come Genova (dove il Pd si è diviso tra due candidati favorendo l'affermazione di Marco Dorioa e le dimissioni dei vertici regionali) o Milano (con la travolgente affermazione di Pisapia che alle primarie aveva battuto il democratico Boeri) dove i candidati sostenuti dai democratici hanno subito sonore sconfitte. Senza dimenticare Firenze (dove l'attuale sindaco Matteo Renzi vinse le primarie "a dispetto" del Pd) o le regionali in Puglia (dove Vendola travolse il candidato del Pd, Boccia).
Commenta Matteo Orfini, responsabile Cultura del Pd, ex dalemiano ora considetato vicino a Bersani: "E' indecente che si cerchi di strumentalizzare i risultati delle primarie di Palermo per vicende nazionali. Mi sembra una chiara mancanza di rispetto, sia nei confronti dell'autonomia del partito che degli elettori palermitani, i quali hanno il diritto di discutere con serenità su coloro che vogliono eleggere per la guida della loro città",
"Ha vinto Ferrandelli e tutti lo sosteniamo - aggiunge Orfini - E' infine evidente che il risultato indichi una direzione dello schema politico cittadino sul quale il centrosinistra intende costruire la vittoria elettorale del 6 maggio: l'allargamento dei confini della coalizione che ha sostenuto Rita Borsellino con la capacità di espansione di Fabrizio Ferrandelli".
Ma la minoranza interna al Pd è di tutt'altro avviso e dà invece una lettura completamente diversa. Paolo Gentiloni, della componente moderata del partito, spiega: "Le ragioni sono locali, a Palermo, Milano, Napoli, Genova. Ma il problema del Pd è nazionale. Discutiamone, senza accusare le primarie".
Se in quasi tutti i casi precedenti a uscire sconfitta era stata una linea di eccessiva moderazione, il risultato di Palermo, con la vittoria del "centrista" Ferrandelli, ribalta anche questo schema e ridà fiato a chi si oppone da sempre a uno spostamente del partito verso sinistra. "A Palermo tre quarti degli elettori del centrosinistra (in gran parte del Pd) hanno votato contro la proposta ufficiale del Pd", scrive su Facebook il veltroniano Giorgio Tonini. "Hanno votato contro - sostiene Tonini - non Rita Borsellino, che è e resta un'icona della politica buona e pulita, ma un'ipotesi politica, l'Unione di Vasto, che ogni giorno che passa perde un pezzo di credibilità e di plausibilità. Bersani ha giustamente rispedito al mittente la proposta berlusconiana di Grosse Koalition pre-elettorale, in nome della democrazia dell'alternanza, basata sulla competizione tra proposte di governo alternative. Ma qual è la proposta di governo del Pd? Forse è arrivato il momento di parlarne: per esempio convocando la direzione, che non si riunisce ormai da molti mesi".
Sul tavolo ci sono casi eclatanti. Città come Genova (dove il Pd si è diviso tra due candidati favorendo l'affermazione di Marco Dorioa e le dimissioni dei vertici regionali) o Milano (con la travolgente affermazione di Pisapia che alle primarie aveva battuto il democratico Boeri) dove i candidati sostenuti dai democratici hanno subito sonore sconfitte. Senza dimenticare Firenze (dove l'attuale sindaco Matteo Renzi vinse le primarie "a dispetto" del Pd) o le regionali in Puglia (dove Vendola travolse il candidato del Pd, Boccia).
Commenta Matteo Orfini, responsabile Cultura del Pd, ex dalemiano ora considetato vicino a Bersani: "E' indecente che si cerchi di strumentalizzare i risultati delle primarie di Palermo per vicende nazionali. Mi sembra una chiara mancanza di rispetto, sia nei confronti dell'autonomia del partito che degli elettori palermitani, i quali hanno il diritto di discutere con serenità su coloro che vogliono eleggere per la guida della loro città",
"Ha vinto Ferrandelli e tutti lo sosteniamo - aggiunge Orfini - E' infine evidente che il risultato indichi una direzione dello schema politico cittadino sul quale il centrosinistra intende costruire la vittoria elettorale del 6 maggio: l'allargamento dei confini della coalizione che ha sostenuto Rita Borsellino con la capacità di espansione di Fabrizio Ferrandelli".
Ma la minoranza interna al Pd è di tutt'altro avviso e dà invece una lettura completamente diversa. Paolo Gentiloni, della componente moderata del partito, spiega: "Le ragioni sono locali, a Palermo, Milano, Napoli, Genova. Ma il problema del Pd è nazionale. Discutiamone, senza accusare le primarie".
Se in quasi tutti i casi precedenti a uscire sconfitta era stata una linea di eccessiva moderazione, il risultato di Palermo, con la vittoria del "centrista" Ferrandelli, ribalta anche questo schema e ridà fiato a chi si oppone da sempre a uno spostamente del partito verso sinistra. "A Palermo tre quarti degli elettori del centrosinistra (in gran parte del Pd) hanno votato contro la proposta ufficiale del Pd", scrive su Facebook il veltroniano Giorgio Tonini. "Hanno votato contro - sostiene Tonini - non Rita Borsellino, che è e resta un'icona della politica buona e pulita, ma un'ipotesi politica, l'Unione di Vasto, che ogni giorno che passa perde un pezzo di credibilità e di plausibilità. Bersani ha giustamente rispedito al mittente la proposta berlusconiana di Grosse Koalition pre-elettorale, in nome della democrazia dell'alternanza, basata sulla competizione tra proposte di governo alternative. Ma qual è la proposta di governo del Pd? Forse è arrivato il momento di parlarne: per esempio convocando la direzione, che non si riunisce ormai da molti mesi".
(05
marzo 2012)
Da “La Stampa”
Sconfitta la linea del segretario che appoggiava Rita Borsellino
UGO
MAGRI
ROMA
Per
una settimana hanno tenuto banco le sventure del Pdl, partito in
caduta libera nei sondaggi e perfino nella considerazione del suo
Fondatore. Le primarie di Palermo accendono ora i riflettori sulle
disgrazie del Pd, dopo la
sconfitta della candidata «ufficiale» Rita
Borsellino.
Aspettiamoci giorni di polemiche a sinistra e di «tiro al Bersani», contro il quale certamente si sfogheranno parecchie frustrazioni interne. E a ben vedere, il principale partito riformista italiano non scoppia di salute. Il suo male oscuro è questa distanza, che si va trasformando in un baratro, tra le scelte centrali e la realtà dei territori. Una separatezza capace di fornire puntualmente le risposte sbagliate, di determinare costanti errori nella valutazione dei candidati, per cui quelli adottati dai vertici del Pd sono sempre destinati a sicura sconfitta.
In questa chiave è lecito discutere il meccanismo delle primarie e domandarsi se in fondo non stiano trasformandosi, da strumento di democrazia, in un terreno di lotte intestine. Ci si può interrogare anche sul peso crescente dell'antipolitica, che premia senza dubbio i più «arrabbiati». Ma la verità sotto gli occhi di tutti è che dalla Puglia a Milano, da Napoli a Torino, da Genova a Palermo, il gruppo dirigente del Pd mette sempre il cappello sulla soluzione perdente. Mai che ci azzecchi, una volta. A salvare Bersani, la sera del 7 maggio prossimo, quando sui tigì compariranno i risultati delle Amministrative, sarà il conto delle bandierine.
Su 28 Comuni capoluogo, il Pdl ne aveva 18 e stavolta gliene resteranno ben pochi. Cosicché il Pd potrà cantare vittoria. Ma non occorre la sfera di cristallo per prevedere che ben pochi dei sindaci eletti saranno diretta emanazione del partito, e che i voti di lista subiranno un'erosione a vantaggio delle liste civiche e dei diretti concorrenti, da Vendola a Di Pietro. Insomma, il gruppo dirigente avrà ben poco di cui rallegrarsi.
Aspettiamoci giorni di polemiche a sinistra e di «tiro al Bersani», contro il quale certamente si sfogheranno parecchie frustrazioni interne. E a ben vedere, il principale partito riformista italiano non scoppia di salute. Il suo male oscuro è questa distanza, che si va trasformando in un baratro, tra le scelte centrali e la realtà dei territori. Una separatezza capace di fornire puntualmente le risposte sbagliate, di determinare costanti errori nella valutazione dei candidati, per cui quelli adottati dai vertici del Pd sono sempre destinati a sicura sconfitta.
In questa chiave è lecito discutere il meccanismo delle primarie e domandarsi se in fondo non stiano trasformandosi, da strumento di democrazia, in un terreno di lotte intestine. Ci si può interrogare anche sul peso crescente dell'antipolitica, che premia senza dubbio i più «arrabbiati». Ma la verità sotto gli occhi di tutti è che dalla Puglia a Milano, da Napoli a Torino, da Genova a Palermo, il gruppo dirigente del Pd mette sempre il cappello sulla soluzione perdente. Mai che ci azzecchi, una volta. A salvare Bersani, la sera del 7 maggio prossimo, quando sui tigì compariranno i risultati delle Amministrative, sarà il conto delle bandierine.
Su 28 Comuni capoluogo, il Pdl ne aveva 18 e stavolta gliene resteranno ben pochi. Cosicché il Pd potrà cantare vittoria. Ma non occorre la sfera di cristallo per prevedere che ben pochi dei sindaci eletti saranno diretta emanazione del partito, e che i voti di lista subiranno un'erosione a vantaggio delle liste civiche e dei diretti concorrenti, da Vendola a Di Pietro. Insomma, il gruppo dirigente avrà ben poco di cui rallegrarsi.
Da “L'Unità”
Fabrizio
Ferrandelli, 31 anni ex Idv, canta vittoria alle primarie per il
centro sinistra a Palermo. Ma la verifica dei voti non è terminata,
ci sono state contestazioni, lo staff di Rita Borsellino ha chiesto
un nuovo conteggio e il controllo prosegue nel pomeriggio. Stando al
comitato di Ferrandelli la sorella del giudice ucciso è stata
battuta per 160 voti: 9.945 hanno scelto il 31enne, 9.785 la
Borsellino, 7.975 il 'rottamatore' Davide Faraone e 1.750 Antonella
Monastra. Mentre il candidato in pectore del Pdl per la gara a
sindaco, Cascio, esprime un pensiero che altri condividono: almeno
10mila dei 30mila che hanno votato non erano di centro
sinistra.
Fabrizio Ferrandelli: «Ho vinto».
Ferrandelli, «Candidatura voluta dai palermitani, riscatto della città»:
«Grazie a tutti quelli che hanno creduto in me. Chiamerò gli altri candidati e le forze politiche del centrosinistra per vincere la battaglia finale e per il riscatto di Palermo dopo 10 anni di degrado». Il 31enne Fabrizio Ferrandelli poco dopo le due di notte annuncia la sua vittoria alle primarie del centro sinistra per la corsa a sindaco di Palermo e festeggia. Ma la verifica dei voti è ancora aperta ed è stata aggiornata al pomeriggio nella sede del Pd.
CONTESTAZIONI AI VOTI, VERIFICA NEL POMERIGGIOCi sono state dopo le contestazioni sui primi risultati che hanno assegnato la vittoria a Fabrizio Ferrandelli, con un margine di circa 150 preferenze su Rita Borsellino. Nella notte gli scatoloni delle schede e dei verbali sono stati trasferiti dai 31 gazebo sparsi in città alla sede dei democratici in via Bentivegna, dov'era subito iniziata la verifica. Ma data l'ora molto tarda il comitato ha sospeao la conta per riprendere nel pomeriggio. I sostenitori di Rita Borsellino, la candidata del segretario Pd Bersani sostenuta da Idv, Sel, Fds e Verdi, avanzano sospetti su una cinquantina di schede. Tra le sospette anomalie segnalate e adesso da riscontrare, divergenze tra i timbri, colore delle schede utilizzate, discrepanze tra il numero dei votanti e quello delle schede scrutinate in alcuni gazebo.
Fabrizio Ferrandelli: «Ho vinto».
Ferrandelli, «Candidatura voluta dai palermitani, riscatto della città»:
«Grazie a tutti quelli che hanno creduto in me. Chiamerò gli altri candidati e le forze politiche del centrosinistra per vincere la battaglia finale e per il riscatto di Palermo dopo 10 anni di degrado». Il 31enne Fabrizio Ferrandelli poco dopo le due di notte annuncia la sua vittoria alle primarie del centro sinistra per la corsa a sindaco di Palermo e festeggia. Ma la verifica dei voti è ancora aperta ed è stata aggiornata al pomeriggio nella sede del Pd.
CONTESTAZIONI AI VOTI, VERIFICA NEL POMERIGGIOCi sono state dopo le contestazioni sui primi risultati che hanno assegnato la vittoria a Fabrizio Ferrandelli, con un margine di circa 150 preferenze su Rita Borsellino. Nella notte gli scatoloni delle schede e dei verbali sono stati trasferiti dai 31 gazebo sparsi in città alla sede dei democratici in via Bentivegna, dov'era subito iniziata la verifica. Ma data l'ora molto tarda il comitato ha sospeao la conta per riprendere nel pomeriggio. I sostenitori di Rita Borsellino, la candidata del segretario Pd Bersani sostenuta da Idv, Sel, Fds e Verdi, avanzano sospetti su una cinquantina di schede. Tra le sospette anomalie segnalate e adesso da riscontrare, divergenze tra i timbri, colore delle schede utilizzate, discrepanze tra il numero dei votanti e quello delle schede scrutinate in alcuni gazebo.
Da “Il Resto del Carlino”
Palermo, 5 marzo 2012 - "Ben vengano i conteggi delle schede che non potranno certo cambiare il risultato che è stato determinato soprattutto dalle borgate e dai quartieri popolari di Palermo". Così Fabrizio Ferrandelli, vincitore delle primarie interne al centroinistra palermitano, commenta l'eventualità di brogli alle primarie di Palermo. E parlando degli altri candidati usciti sconfitti, tra cui Rita Borsellino (appoggiata da Pd, Sel, Verdi e Idv), il vincitore ha detto: "Tutte le segreterie nazionali appoggiavano la candidatura di Rita Borsellino, questa volta ha prevalso l'orgoglio dei palermitani che non si lasciano imporre le scelte dall'alto. La rivolta civica riparte da Palermo".
SCELTA
DAL BASSO - "Ha prevalso
un'idea progettuale del cambiamento, un'idea che vuole cambiare la
sua città con una cultura di governo e che ha vinto contro le scelte
calate dall'alto" sintetizza Beppe Lumia (Pd),
uno dei big sponsor, con Antonello Cracolici, del vincitore delle
primarie. "Questa grande candidatura del centrosinistra -
continua Ferrandelli - può guardare alla città e a costruire con
Palermo un cammino elettorale vincente". Brogli? "Sulla
base delle regole che tutti ci siamo dati - afferma Cracolici, altro
sostenitore di Ferrandelli - c'erano tutti i rappresentanti di liste
e gli scrutatori. Vietato piangere, adesso".
''Senza notabili, senza apparati alle spalle con i miei ragazzi
straordinari e i palermitani liberi abbiamo ottenuto un grande
risultato!', commenta
via twitter Davide Faraone, altro sponsor involontario di
Ferrandelli, avendo sottratto voti alla Borsellino.
ORA
UNITA' - Ferrandelli guarda avanti: "I
partiti del centrosinistra non potranno fare altro che appoggiarmi,
saremo insieme in questa grande coalizione. Più
tardi chiamerò tutti i candidati e tutte le forze politiche del
centrosinistra per iniziare l'avanzata verso il Comune di Palermo. E'
insieme che si costruisce Palermo. Così come avrei fatto io in caso
di loro vittoria, sono certo che anche loro sosterranno la mia
candidatura, decisa dai movimenti e condotta porta a porta".
DRAMMA
BERSANI - Per il Pd questa è l'ennesima batosta. Quelli
di Bersani sembrano baci della morte.Ogni
candidato del partito, anche il più autorevole e di rango, anche il
più legato alla società civile come certamente era la Borsellino,
pare destinato a cadere non appena messo in gara.
Persino l'ex alleato di governo Clemente Mastella, decisivo nel far
cadere il governo Prodi, prova compassione:
"Credo sia un momento non facile per il Pd - dice Mastella a
Tgcom 24 -. Un risultato ancora più clamoroso, perché su Rita
Borsellino sono confluiti anche Idv e Sel, mentre Ferrandelli è
stato espulso dall'Idv". Quindi la sconfitta "è ancora più
grave".
CANDIDATI
FORTI - Per
la poltrona di sindaco, Palermo si appresta quindi a vivere una corsa
a tre:
protagonisti Fabrizio
Ferrandelli (per
un centrosinistra mai così lacerato), Antonio
Cascio (che
nelle prossime ore avrà semaforo verde dal Pdl) e Massimo
Costa (Grande
Sud). Proprio il leader nazionale di Grande Sud, Gianfranco Micciché,
prevede una bella competizione: "Un giovane come Ferrandelli è
la migliore espressione della sinistra palermitana. La competizione
con Massimo Costa porrà ancora una volta Palermo all'avanguardia
delle rivoluzioni politiche. Siamo pronti". E
Cascio? Il presidente dell'Assemblea regionale siciliana è sereno:
"Nelle prossime ore verrà ufficializzata la mia candidatura. Ho
già parlato questa mattina con Alfano e aspetto solo il via libera
del mio partito. Non
temo nessuno: la mia sarà una campagna elettorale serena puntata sui
programmi e senza violenze verbali".
COLPO
DI MORTAIO - Anche
Micciché gioca a freccette con i leader nazionali del
centrosinistra."Bersani,
Orlando, Di Pietro e Vendola sono i veri sconfitti delle primarie del
centrosinistra a Palermo. La vittoria di Fabrizio Ferrandelli - ha
detto Miccichè - è un colpo di mortaio tanto fragoroso, quanto
distruttivo inferto alle deboli mura del fortino democratico. Che,
adesso, rischia seriamente di crollare di fronte all'incapacità
della classe dirigente romana di sapere leggere il territorio. A
nulla valgono, infatti, le parole concilianti ed ecumeniche dei
vincitori, la resa dei conti è appena iniziata".
NUOVA
ENERGIA - ''Adesso ascolteremo la base e decideremo se dobbiamo
chiedere le dimissioni di Bersani oppure no'', alza la voce il
senatore Beppe Lumia, sostenitore di Fabrizio Ferrandelli, vincitore
delle primarie del Pd a Palermo, ospite a ''24 Mattino'' su Radio 24.
''Noi a Palermo - ha detto Lumia - avevamo detto 'scegliamo
Ferrandelli e escludiamo le scelte romane'. Non vorremmo rovesciare
il discorso per cui dalle scelte di Palermo si impongono delle scelte
romane. Sarà Bersani a valutare lo stato di salute del partito".
"Ma di certo - prosegue Lumia - i segretari nazionali che hanno
sbagliato questa scelta riflettano e facciano il bene del proprio
partito.
Chi sta a Palermo e fa politica sul territori, collabora con le
imprese che denunciano il pizzo, con il mondo del volontariato non è
stupito del risultato. Chi
sta a Roma e sceglie dall'alto, chi gioca sulle alchimie delle
elezioni utilizzando Palermo come uno scacchiere è caduto dal letto
stanotte e oggi dovrà fare i conti con questa stupenda
candidatura. Adesso
tutti dobbiamo sostenere Ferrandelli, che ha una capacità espansiva
notevole, parla di metropolitana e metro di Palermo, di energia
rinnovabile,
di risanamento dei quartieri. Idee moderne che possono portarlo a
governare la città".
SI MUOVE LA TORRE
- "E'
indecente l'uso strumentale che si fa delle primarie per attaccare
Bersani, sia da parte di avversari politici e sia da alcuni esponenti
del nostro partito",
commenta Nicola Latorre, vicepresidente del Gruppo Pd al Senato. "Non
c' è dubbio - aggiunge - che il risultato di Palermo, come anche
quello di Genova, imponga una seria riflessione sulla capacità di
cogliere le sensibilità e gli umori degli elettori e di saperli
interpretare al meglio senza per questo affidarsi a un approccio
burocratico che si sta rivelando perdente.La
vera sorpresa è il risultato di Davide Faraone, unico iscritto al Pd
che contro tutto e tutti ha registrato un risultato
straordinario. Ora
il nostro pieno sostegno va al candidato sindaco Fabrizio Ferrandelli
per vincere tutti insieme le prossime elezioni"
Da
“Il Giornale di Sicilia”
PALERMO.
Fabrizio Ferrandelli vince le primarie del Centrosinistra a Palermo.
Secondo i dati raccolti dal comitato del candidato, con circa 9.945
preferenze Ferrandelli é arrivato primo con circa 160 voti di scarto
su Rita Borsellino (9.8787), giunta seconda. Terzo Davide Faraone
(7.975); segue Antonella Monastra (1.750).
Sarà
dunque Ferrandelli che a partire dalle prossime ore si misurerà in
campagna elettorale in vista delle amministrative del 6 e 7 maggio.
E' appoggiato da un cartello di una trentina di movimenti e dal pezzo
del Pd che fa riferimento al senatore Beppe Lumia, al capogruppo
all'Assemblea regionale Antonello Cracolici e all'area "Innovazioni"
dell'ex ministro Salvatore Cardinale e del deputato Nino Papania.
Rita Borsellino era sostenuta dal Pd che fa riferimento al leader
Pierluigi Bersani, Sel, Idv, Fds e Verdi.
L'affluenza
è stata da record. Nei 31 gazebo allestiti in città hanno votato
quasi 30mila persone (oltre 800 immigrati e un centinaio di under
18), 10 mila in più rispetto alle
primarie di cinque anni fa quando si presentarono ai seggi 19.335 votanti. «Nonostante l'afflusso considerevole, le primarie si sono svolte regolarmente e se ci sono stati alcuni episodi dubbi sono assolutamente irrilevanti», dice il coordinatore dell'esecutivo regionale del Pd, Enzo Napoli, che esclude «qualsiasi tipo d'infiltrazione, soprattutto di
tipo malavitoso». Momenti di tensioni si sono registrati in alcuni seggi, dove è intervenuta la Digos, che ha identificato alcune persone. In particolare nel quartiere Zen è stata segnalata una donna che avrebbe invitato la gente a recarsi al seggio dando loro un euro, la cifra necessaria per potere esprimere il voto.
primarie di cinque anni fa quando si presentarono ai seggi 19.335 votanti. «Nonostante l'afflusso considerevole, le primarie si sono svolte regolarmente e se ci sono stati alcuni episodi dubbi sono assolutamente irrilevanti», dice il coordinatore dell'esecutivo regionale del Pd, Enzo Napoli, che esclude «qualsiasi tipo d'infiltrazione, soprattutto di
tipo malavitoso». Momenti di tensioni si sono registrati in alcuni seggi, dove è intervenuta la Digos, che ha identificato alcune persone. In particolare nel quartiere Zen è stata segnalata una donna che avrebbe invitato la gente a recarsi al seggio dando loro un euro, la cifra necessaria per potere esprimere il voto.
Da Agenzia Ansa
Bersani perde anche Palermo, vince Ferrandelli
Non ce la fa il candidato sindaco del Pd
di
Alfredo Pecoraro
PALERMO
- Dopo Genova, Bersani perde le primarie anche a Palermo, e ora si
profila una resa dei conti tutta interna al gruppo dirigente
siciliano che si e' presentato spaccato. Rita Borsellino, sostenuta
dal segretario del Pd e dal resto del centrosinistra (Sel, Idv,
Verdi, Fds), fallisce per una manciata di voti la candidatura a
sindaco. Vince le consultazioni Fabrizio Ferrandelli, ex Idv
sostenuto da pezzi dei democratici, con 9.945 voti e uno scarto di
148 preferenze sulla Borsellino, che si ferma a 9.787. Piu'
distanziati gli altri candidati, Davide Faraone (Pd) con 7.975 e
Antonella Monastra 1.750. Secondo alcuni rappresentanti di seggio ci
sarebbe una cinquantina di voti contestabili, ma il numero esiguo
non influirebbe sul risultato finale.
Prima
di ufficializzare l'esito, tuttavia, il comitato organizzatore delle
primarie, riunito nella sede del Pd, sta esaminando la regolarita'
della consultazione procedendo con l'acquisizione delle schede e
delle firme. Ferrandelli, 31 anni, pero' gia' festeggia sulle note
di 'we are the champions'. La prima bottiglia di spumante e' stata
stappata quando il comitato elettorale del giovane candidato ha
raccolto i dati provenienti dall'ultimo dei 31 seggi in cui hanno
votato in totale 29.580, diecimila in piu' rispetto le primarie di
cinque anni fa, quando vinse Leoluca Orlando. Ferrandelli e'
appoggiato da un cartello di 39 movimenti e dal pezzo del Pd che fa
riferimento al senatore Beppe Lumia, al capogruppo all'Assemblea
regionale Antonello Cracolici e all'area "Innovazioni"
dell'ex ministro Salvatore Cardinale e del deputato Nino Papania.
"Grazie a tutti quelli che hanno creduto in me; domani
chiamero' gli altri candidati e le forze politiche del
centrosinistra per vincere la battaglia finale", dice a caldo e
tra le lacrime Ferrandelli, mentre abbraccia la moglie.
"Ce
l'abbiamo fatta, qui ha vinto la politica e l'antimafia",
afferma felice il senatore del Pd Beppe Lumia, mentre Cracolici fa
appello all'unita' del centrosinistra. "Durante la campagna
delle primarie ho sempre detto che chiunque avrebbe vinto sarebbe
stato il mio candidato -afferma - Immagino che a qualcuno possa
servire qualche ora per assorbire una comprensibile amarezza, ma
sono sicuro che da martedi' saremo tutti insieme. La vera sfida
comincia ora". Il coordinatore dell'esecutivo regionale del Pd,
Enzo Napoli, spiega che ''nonostante l'afflusso considerevole, le
primarie si sono svolte regolarmente e se ci sono stati alcuni
episodi dubbi sono assolutamente irrilevanti', ed escludo qualsiasi
tipo d'infiltrazione, soprattutto di tipo malavitoso''. Momenti di
tensioni si sono registrati in alcuni seggi, dove e' intervenuta la
Digos, che ha identificato alcune persone. In particolare nel
quartiere Zen e' stata segnalata una donna che avrebbe invitato la
gente a recarsi al seggio dando loro un euro, la cifra necessaria
per potere esprimere il voto.
A parte il fatto che sembra che ci godi nel vedere questo continuo autoflagellarsi da parte del PD, resta il fatto che a Palermo il candidato vincente era appoggiato da una parte del "tuo" partito. Quindi, almeno sta volta, qualcuno del PD (ormai un soggetto alla deriva più simile alla "Costa Allegra" che ad una fregata da guerra) ha portato a casa il risultato.
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