martedì 10 gennaio 2012


     DIALOGO SULLA SOLIDARIETA’ di Martini-Cacciari ed. Lavoro


Prendete un cardinale e un filosofo, metteteli insieme a discutere dell'uomo e ne sentirete delle belle. Se poi aggiungete il fatto che il cardinale è anche un gesuita ed è l'acivescovo di Milano, ed il filosofo  è anche sindaco di Venezia(*), non ci sono dubbi, se ne sentiranno di belle e anche di interessanti. Nasce così il libretto "dialogo sulla solidarietà" pubblicato da Edizioni Lavoro. E chi ha la pazienza di leggere le 58 paginette ha la netta sensazione di non avere sprecato del tempo. Infatti, sia nel dialogo diretto, sia nella miscellanea che lo acompagna Martini e Cacciari riescono con sapienza a  trasmettere ai lettori i contorni tangibili di un concetto tanto diffuso quanto sfumato anzi tanto più diffuso, tanto più sfumato.
E dunque cos'è la solidarietà? Perchè è necessaria e verso chi?
Martini parte dal Vangelo e ricorda la parabola del buon Samaritano.
La strada è il luogo dell'incontro, degli egoismi ma anche della prossimità vissuta, e dunque della solidarietà oltre le convenienze e oltre i ruoli.
Il Samaritano non aiuta il ferito perchè professa principi di solidarietà o uguaglianza ma perchè "ne ebbe compassione, lo guardò nel volto e ascoltò il suo cuore". Nell'uomo freme un senso di comunione, di condivisione delle pene del ferito. Un senso di condivisione che è nel fondo di ciascuno, che supera confini storici ,culturali, razziali e religiosi.
Ma secondo Martini, per capire il concetto di solidarietà, si può richiamare il passo di Matteo laddove nel giudizio finale ricorda"ciò che avete fatto o non avete fatto a uno solo dei miei fratelli più piccoli, l'avete fatto o non l'avete fatto a me".E' qui, secondo l'Arcivescovo, che si richiama il vasto mondo delle relazioni sociali: non si vede un volto.
"Tutto ciò potrebbe far pensare che solo nell'immediatezza di un rapporto possa essere vissuta la solidarietà", e invece la sfida è quella di mostrare che "anche l'agire faticoso e spesso frustrante di chi non riceve un riscontro immediato per la sua opera a favore di altri, abbia un senso, anzi sia d'assoluta necessità".E dunque la solidarietà è in fondo la capacità di coniugare insieme una solidarietà immediata con una mediata, anche dove il mio prossimo è distante .
L'approccio tutto "laico" di Cacciari si chiede con Woody Allen "perchè dovrei curarmi dei posteri? Cosa hanno fatto i posteri per me?".
E la risposta è che in realtà il postero è l'altro per eccellenza, l'inafferrabile, eppure mi riguarda perchè è in noi. Ogni idea di solidarietà passa da questa constatazione :"io non sono un io semplice,indiviso e individuo, in me c'è una società di individui". Io non posso ignorare l'altro perchè io sono l'altro, perchè mi sono straniero.
 Per Cacciari, in fondo è in questo rapporto di alterità la rivoluzione antropologica per considerare la solidarietà fuori dal pragmatismo:"ammettere che la condizione del nostro essere noi stessi è avere l'altro in noi". Per questo non basta una solidarietà commozione che resta un atteggiamento privatistico (in greco =idiozia). Uno dei drammi del nostro tempo è proprio l'inflazione del proprio gretto interesse privato.
"L'idiota oggi, nella sua totale mancanza di riconoscimento dell'altro e dei valori di solidarietà, minaccia di distruggere se stesso e di portare alla catastofe tutto il suo mondo. Che naturalmente è anche il nostro".

                                                                           pennino di falco
 * Il dialogo è stato ovviamente pubblicato qualche anno fa

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