DIALOGO
SULLA SOLIDARIETA’ di Martini-Cacciari ed. Lavoro
Prendete un cardinale e un filosofo, metteteli
insieme a discutere dell'uomo e ne sentirete delle belle. Se poi aggiungete il
fatto che il cardinale è anche un gesuita ed è l'acivescovo di Milano, ed il
filosofo è anche sindaco di Venezia(*), non
ci sono dubbi, se ne sentiranno di belle e anche di interessanti. Nasce così il
libretto "dialogo sulla solidarietà" pubblicato da Edizioni Lavoro. E
chi ha la pazienza di leggere le 58 paginette ha la netta sensazione di non
avere sprecato del tempo. Infatti, sia nel dialogo diretto, sia nella
miscellanea che lo acompagna Martini e Cacciari riescono con sapienza a trasmettere ai lettori i contorni tangibili
di un concetto tanto diffuso quanto sfumato anzi tanto più diffuso, tanto più
sfumato.
E dunque cos'è la solidarietà? Perchè è necessaria e
verso chi?
Martini parte dal Vangelo e ricorda la parabola del
buon Samaritano.
La strada è il luogo dell'incontro, degli egoismi ma
anche della prossimità vissuta, e dunque della solidarietà oltre le convenienze
e oltre i ruoli.
Il Samaritano non aiuta il ferito perchè professa
principi di solidarietà o uguaglianza ma perchè "ne ebbe compassione, lo
guardò nel volto e ascoltò il suo cuore". Nell'uomo freme un senso di
comunione, di condivisione delle pene del ferito. Un senso di condivisione che
è nel fondo di ciascuno, che supera confini storici ,culturali, razziali e
religiosi.
Ma secondo Martini, per capire il concetto di
solidarietà, si può richiamare il passo di Matteo laddove nel giudizio finale
ricorda"ciò che avete fatto o non avete fatto a uno solo dei miei fratelli
più piccoli, l'avete fatto o non l'avete fatto a me".E' qui, secondo l'Arcivescovo,
che si richiama il vasto mondo delle relazioni sociali: non si vede un volto.
"Tutto ciò potrebbe far pensare che solo
nell'immediatezza di un rapporto possa essere vissuta la solidarietà", e
invece la sfida è quella di mostrare che "anche l'agire faticoso e spesso
frustrante di chi non riceve un riscontro immediato per la sua opera a favore
di altri, abbia un senso, anzi sia d'assoluta necessità".E dunque la
solidarietà è in fondo la capacità di coniugare insieme una solidarietà
immediata con una mediata, anche dove il mio prossimo è distante .
L'approccio tutto "laico" di Cacciari si
chiede con Woody Allen "perchè dovrei curarmi dei posteri? Cosa hanno
fatto i posteri per me?".
E la risposta è che in realtà il postero è l'altro
per eccellenza, l'inafferrabile, eppure mi riguarda perchè è in noi. Ogni idea
di solidarietà passa da questa constatazione :"io non sono un io
semplice,indiviso e individuo, in me c'è una società di individui". Io non
posso ignorare l'altro perchè io sono l'altro, perchè mi sono straniero.
Per Cacciari,
in fondo è in questo rapporto di alterità la rivoluzione antropologica per
considerare la solidarietà fuori dal pragmatismo:"ammettere che la
condizione del nostro essere noi stessi è avere l'altro in noi". Per
questo non basta una solidarietà commozione che resta un atteggiamento
privatistico (in greco =idiozia). Uno dei drammi del nostro tempo è proprio
l'inflazione del proprio gretto interesse privato.
"L'idiota oggi, nella sua totale mancanza di
riconoscimento dell'altro e dei valori di solidarietà, minaccia di distruggere
se stesso e di portare alla catastofe tutto il suo mondo. Che naturalmente è
anche il nostro".
pennino di
falco
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