mercoledì 11 gennaio 2012


Piccoli passi verso il Partito Democratico

Costruire un nuovo partito è operazione che può risultare complessa e difficile anche quando si tratta di un partito sedimentato sul territorio. Anzi a volte la tradizione, le abitudini, gli stili di costruzione di un partito possono essere una tara enorme che impedisce la vita del partito stesso. Così il Partito Democratico di Bologna, nato solo pochi anni fa dalla confluenza prevalente di Democratici di Sinistra e D.L. La Margherita, si è dovuto far carico di tutto “l’apparato politico”che la lunga storia di P.C.I., P.D.S., D.S. aveva accumulato. Un partito pesante da tanti punti di vista, anche per quanto riguarda gli “addetti ai lavori”. Decine e decine di ex qualcosa (sindaci, assessori, consiglieri, dirigenti di questo o quello…) che chiedevano una sistemazione adeguata al ruolo che avevano rivestito. Spesso persone giovani o meno giovani, che come “datore di lavoro di origine”avevano proprio il partito e che dovevano essere “sistemate”. Il caso Lombardelli, di cui ci siamo sinteticamente occupati, è da questo punto di vista solo la piccolissima punta di un iceberg di grandi dimensioni.
Oggi i giornali riportano la notizia che il Segretario Provinciale Raffaele Donini ha dato il via a una piccola ma indicativa rivoluzione: l’abolizione del posto fisso, del contratto a tempo indeterminato per i funzionari di partito. Donini ha voluto dare il buon esempio “licenziandosi” dal partito e trasformando il proprio contratto in contratto a tempo determinato, sino cioè alla conclusione del mandato politico. Al momento pare che nessuno, dei tanti altri, abbia intenzione di seguirlo.
Il gesto ci sembra coraggioso e giusto: apparati politici tipo anni 60/70, da vecchio PCI, ci sembrano non solo anacronistici ma soprattutto deleteri per la democrazia.
Ora guarderemo cosa succederà per i tanti altri che spesso “senza arte ne parte”vivono di politica, a Bologna ma anche in provincia di Bologna, passando da un incarico all’altro o magari accumulando più incarichi contemporaneamente. Incarichi di cui spesso non c’è alcun bisogno e che gravano sulle spalle di tutti i cittadini.

                                                                                              L.R.

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