PRIMARIE E LEGGE ELETTORALE. "UNA PRIORITA’ PER DIFENDERE LA DEMOCRAZIA"
Intervista a Gianluca Benamati
Roma, 18.06.2012 – “Un sì deciso alle primarie per la formazione delle liste di candidati alle elezioni politiche“. È questa la posizione che Gianluca Benamati, deputato bolognese del Partito Democratico, prende all’indomani delle dichiarazioni del segretario regionale dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini sul tema primarie nel PD anche per i candidati alle Politiche.
“La proposta di Stefano Bonaccini accolta dalla Direzione di far svolgere primarie per i parlamantari, in presenza di questa legge, mi trova totalmente d'accordo – commenta Benamati –. Il cosiddeto "porcellum" ha il torto di sommare in sé due tra i punti più odiosi ed inaccettabili per una democrazia: lo sproporzionato premio in seggi concesso alla migliore delle coalizioni e, soprattutto, l'impossibilita' per il cittadino di scegliere i propri rappresentanti”.
“Sia chiaro – prosegue –: da qui al 2013 ci sono i tempi e si devono creare le condizioni perché il "Porcellum" sia superato. Ma, se si dovesse andare a votare con questa legge, il PD può e deve attivare un percorso di primarie per scegliere i parlamentari. Il tema in questo caso diventa estremamente semplice. Primarie di circoscrizione con liste pubbliche e registrazione dei partecipanti con successiva pubblicazione. Per evitare ogni forma di contaminazione, infatti, è essenziale che l'albo degli elettori del PD sia controllato con accuratezza e i nominativi resi pubblici”.
Per quanto riguarda il perimetro elettorale su cui svolgere le primarie, la via per il Deputato PD è semplice: coinvolgere la totalità dei votanti che in seguito eleggeranno il parlamentare alle elezioni politiche. “Come avviene per l’elezione di sindaco, presidente di provincia e presidente del consiglio, in cui è coinvolto l’intero bacino elettorale che deve esprimerlo, così anche per i parlamentari la base elettorale è quella prevista dalla legge: la circoscrizione. Un parlamentare risponde a tutti i suoi elettori, così come sono definiti della legge e previsti dal suo mandato”.
Ipotesi di segmentazione - provinciale, comunale o di collegio (per altro oggi inesistente) – possono a parere di Benamati forse rispondere agli interessi di qualche gruppo, o possono costituire uno dei molti modi per garantire una distribuzione dei parlamentari sul territorio “ma certamente contraddicono lo spirito delle primarie – sottolinea in conclusione –. È bene essere chiari: la priorità è e resta il cambiamento della legge elettorale. Il Partito Democratico ha dato ampia disponibilità in tal senso. Nel frattempo, le primarie, con lo spirito di sottoporre i potenziali candidati al loro elettorato, sono l'ultima risorsa per migliorare un sistema inaccettabile”.
Nell'ipotesi che grandi modifiche non trovino il consenso parlamentare necessario, infine, Benamati innesta una piccola ma rivoluzionaria soluzione: introdurre la preferenza, singola e diretta al posto delle liste bloccate. “Un piccolo gesto – dice – ma una grande rivoluzione democratica che riavvicinerebbe subito i cittadini alla politica. La domanda vera è: chi ha paura della democrazia nella scelta dei parlamentari?”
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