Antipolitica?
Gli scandali continuano a imperversare nelle cronache politiche e in quelle giudiziarie mentre il nostro paese permane in pesanti difficoltà economiche e sociali. Le vicende si alternano nelle cronache: un giorno primeggia Lusi, quello dopo Belsito, poi “il trota”, quindi ricompaiono Ruby e la Minetti passando per Penati. Ogni giorno si scoprono particolari incredibili che superano anche la più vivace immaginazione.
Una sciocca domanda, tipica dell’antipolitica, è: ma se queste sono le truffe, gli scandali scoperti dalla Magistratura, quanti ne rimangono nascosti, sconosciuti? Quanto sottobosco politico resta oscuro e quindi impunito? In Italia, lo dicono le cronache giudiziarie, la gran parte dei reati resta senza responsabili. Se è vero per la delinquenza comune perché dovrebbe essere diverso per la delinquenza politica? Insomma quanti reati vengono quotidianamente commessi da chi è stato delegato a guidare la vita pubblica?
Fare un’indagine accurata da parte della Magistratura costa tanto, richiede persone, strutture, fondi, lunghe intercettazioni telefoniche, indagini; così immaginiamo che i corpi investigativi siano utilizzati solo per casi clamorosi, importanti, che coinvolgano le massime cariche dei governi nazionali e locali. Sembra perciò legittimo pensare che quello che raccontano le cronache giudiziarie sia soltanto la punta di un iceberg di grandi dimensioni. Una montagna di cui affiora solo la sommità.
Certamente saranno pochi, speriamo pochissimi, i casi nei quali il tesoriere di un partito che non c’è più, ruba 20/25 milioni di euro, però è legittimo pensare che Lusi probabilmente non sia un Leviatano solitario, comparso per errore dalle acque putride della vita politica italiana.
l.r.
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